di Claudio Scaglione
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IACHINI A 360°: “IN 2 OUT DOMANI. CON COSMI…”
Le parole del mister marchigiano
Quella contro il Pescara di domani pomeriggio può essere la partita decisiva per mettere la freccia: il tecnico Giuseppe Iachini lo sa bene, conquistare i tre punti in quel d’Abruzzo significherebbe ammazzare il campionato (come se già non lo fosse). Vincere, inoltre, permetterebbe ai rosa di raggiungere un piccolo/grande record stagionale: conquistare l’intera posta in palio per la quarta giornata consecutiva, impresa finora mai riuscita a Barreto e compagni in questo campionato. Dall’altra parte vi sarà un Pescara bramoso di punti per piazzarsi ai vertici della classifica, ma da questa parte – stranamente – vi sarà un Palermo che conterà appena un paio di assenze, per il resto tutti abili e arruolabili.
Finalmente può godere di una piacevole abbondanza, mister?
"Ci auguravamo che questa situazione si verificasse anche prima, ma non è successo per via di infortuni traumatici che ci hanno privato di diversi ragazzi. Ora iniziamo a intravedere una continuità. Abbiamo ancora un allenamento da svolgere, abbiamo portato tutti gli effettivi, anche Di Gennaro si è allenato con noi, ma non è convocato. Rimane fuori anche Morganella ovviamente. Avremo degli impegni ravvicinati, quindi ci sarà bisogno di tutta la rosa".
La sua squadra giocherà tre gare nel giro di sette giorni (Pescara sabato 22, Siena in casa martedì 25 e Varese sabato 29): impegni ravvicinati che significano turnover?
"Io guardo sempre queste cose a cominciare dalla seconda gara, però qualche piccola valutazione la farò anche prima perché affronteremo una squadra che ha riposato un giorno in più. Un piccolo occhio c'è, ma non da poterci indurre a fare stravolgimenti già dalla partita di domani".
Facciamo un passo indietro e ricordiamo le vittorie contro Bari, Juve Stabia e Brescia. Questi tre successi sono stati decisivi per il campionato dei rosa?
"Tre punti sono pesanti contro tutti. Il Brescia ha dei valori, delle qualità, la Juve Stabia si giocava tutte le ultime carte contro di noi, sarà diverso tra un paio di gare affrontarli. Siamo stati bravi a prendere subito bene la partita. Avete visto anche contro la Ternana come hanno dato battaglia. Il Pescara adesso punta senza nascondersi alla promozione diretta, hanno un bell'organico, hanno cambiato allenatore e preso uno bravo quanto il precedente che ha subito dato un'impronta alla squadra, ha fatto risultati e in un ambiente caldo sarà una partita da affrontare con grande concentrazione e personalità".
Ha parlato di Pescara. Secondo lei, quella di domani sarà una gara totalmente differente dal match d’andata?
"E' passato qualche mese da allora, ci stavamo apprestando a vestirci in una certa maniera, ma ancora il vestito non c'era del tutto. Stavamo lavorando su aspetti tattici diversi, stavamo ancora cercando di capire cosa dovevamo diventare. Loro invece arrivavano da una lunga preparazione, si conoscevano meglio e c'era uno scompenso in termini di lavoro svolto. Però ciò non toglie che dovremo stare molto attenti, soprattutto nel gioco aereo e nei centimetri. Loro sono molto validi e hanno giocatori di qualità".
Passato questo ciclo di partite si potrà gestire il vantaggio o il Palermo dovrà mantenere le caratteristiche che l'hanno portato in vetta?
"Guai a cambiare. Se la squadra vuole costruirsi una propria mentalità, una propria identità, un proprio spirito, se vuole rendere la lettura della partita difficile all'avversario bisogna continuare a lavorare di settimana in settimana sotto tutti gli aspetti. E' chiaro che non possiamo pensare che il tutto si riduca a poche partite, dobbiamo continuare a metter dentro lavoro e conoscenza. Affrontiamo una partita per volta, rispettando i nostri avversari. Abbiamo già affrontato tante avversarie importanti nel modo giusto, altrimenti non avremmo fatto un ciclo come quello delle mie 23 partite. Adesso dobbiamo continuare a insistere per migliorare partita dopo partita a livello individuale e collettivo. Più passano le partite più i punti diventano pesanti per tutti".
Il vestito tattico consolidato, il 3-5-2, ha sortito l’effetto sperato. Ma contestualmente ha provato qualcosa di diverso rispetto a questo modulo?
"Lavoriamo sempre su diverse situazioni tattiche. Lo facciamo sempre, perché dobbiamo sempre avere qualche freccia in più all'arco. A livello di uomini, ma anche a livello di soluzioni tattiche alternative, per avere imprevedibilità in certi momenti di partita. Per esempio avere magari le due punte piatte, quelle più aperte, oppure variare i movimenti degli esterni e degli interni di centrocampo. Stiamo lavorando su queste cose, possiamo farlo solo mentre i ragazzi non stanno sul lettino dell'infermeria e possono allenarsi. Più li ripetiamo, più c'è conoscenza e più si cresce".
Capitolo Vazquez. Schierare lui dietro due attaccanti non è azzardato?
"Potrebbe anche succedere. Non è successo in passato anche perché non era a disposizione fino a poche partite fa, oppure mancavano le punte da schierare davanti a lui. E' una soluzione a cui stiamo lavorando, come alla difesa a 3 e a 4. Sono situazioni che stiamo provando. E' un'altra possibilità che abbiamo".
Rimaniamo sul Mudo: si tratta di una delle sue vittorie più grandi?
"Ogni allenatore ha il compito di valorizzare tutti gli elementi che una società gli mette a disposizione. Quando si subentra non è mai facile, basta guardare a Seedorf al Milan. Ci si ritrova delle cose già fatte da altri, magari scelte a livello di giocatori e moduli portati avanti per diversi mesi. Quando tu arrivi porti quella che è la tua visione di calcio e vai a lavorare sulla tattica ci può stare che qualche ragazzo possa essere inizialmente un po' penalizzato. Magari in un 4-2-3-1 Stevanovic o Vazquez potevano avere uno spazio naturale. Poi un allenatore che arriva però trova anche altri ragazzi e deve dare un assetto di squadra. Se qualche giocatore non rientra più nel nuovo assetto, si cerca di coinvolgerlo, di convincerlo che pur avendo caratteristiche di un certo tipo si può comunque collocare in quel contesto tattico. Ci vuole anche la disponibilità dei ragazzi, il convincimento. Ho fatto la battuta a Stevanovic per fargli capire che poteva andare a migliorare su alcuni aspetti e diventare "un Cuadrado della Fiorentina". Così anche Vazquez che è una seconda punta ha lavorato per poter giocare qualche metro più in basso. Lui è molto bravo spalle alla porta, però si è allenato per giocare tra le linee".
A proposito di linee: ha mai pensato di schierare una linea a tre di centravanti, giocando magari con Belotti, Dybala ed Hernandez contemporaneamente?
"Abbiamo lavorato tanto per farli stare tutti bene. Dobbiamo ricordare anche che quando sono arrivato Belotti non lo conoscevo. E' uno dei ragazzi che è cresciuto esponenzialmente. Lui, come gli altri, è un giocatore su cui facciamo affidamento. Poi, a seconda della partita e della condizione individuale, si andrà a fare una scelta. Io vedo tutti bene, i miei giocatori sono i più forti al mondo sempre e comunque. A me piace molto quando ci sono queste situazioni di equilibrio davanti, perché si crea concorrenza e si rende al massimo. I miei attaccanti sanno che vedo bene tutti, sono tutti figli miei e quindi si impegnano tutti ogni giorno per migliorare e per guadagnarsi il posto e danno il 200% anche quando giocano solo un quarto d'ora".
Torniamo al campionato: quale avversaria mi ha impressionato e può spuntarla nella lotta per la promozione?
"Tante squadre hanno dimostrato di avere tanto lavoro dietro. Mi riferisco a squadre come il Trapani, l'Avellino che vengono da tre anni con lo stesso allenatore, o anche il Lanciano, il Cesena, il Siena che giocano con lo stesso gruppo di giocatori da tanto tempo. L'Empoli è una squadra che ha lo stesso allenatore da tre anni e ha giocatori di qualità ed esperienza. Aver lavorato insieme da tempo porta grandi vantaggi, dietro abbiamo questo tipo di squadre, che hanno fatto un lavoro importante negli anni e possono mettere in difficoltà tutti".
Chiosa finale sul suo diretto avversario nella gara di domani, Serse Cosmi. Quale rapporto vi accomuna?
"Con Cosmi c'è un rapporto di stima reciproca. E' un allenatore che ha fatto la gavetta, ha lavorato sul campo, si è fatto da solo. Ha fatto le sue esperienze prima di arrivare. E' un allenatore di campo, che lavora e dà una sua impronta alle sue squadre. Sa dargli uno spirito battagliero, giusto. Però queste cose spesso passano in secondo piano e non si va sui meriti tattici veri, di una lettura di una partita e di come si mette la squadra in campo. A volte nel nostro ambiente ci sono queste etichette che in maniera errata vengono piazzate. Quindi sicuramente a Siena lui ha fatto un buon lavoro, purtroppo quando parti con 6 punti di penalizzazione non è facile con nessuno. Quando sono arrivato io c'è stata un'ulteriore botta con la questione del Monte dei Paschi. Però il nostro lavoro è stato ben evidenziato dal fatto che la squadra ha tenuto in una stagione difficilissima a livello ambientale".
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