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Huffington Post e la metafora elettore-Zamparini: “Vuole la Champions, ma con una squadra da…”

Huffington Post e la metafora elettore-Zamparini: “Vuole la Champions, ma con una squadra da…”

"L'elettore-Zamparini sa di possedere come unica arma una matita (indelebile naturalmente) e la brandisce a mo' di lama per recidere premier, sindaci, presidenti di regione".

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Il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, fa parlare di sé in continuazione. La sua fama di mangia-allenatori viene tirata spesso in ballo, anche quando di fatto non si discute di calcio.

L'esempio giornaliero è quello de L'Huffington Post, blog e aggregatore di notizie che in Italia è edito da L'Espresso. L'argomento, in questo caso, è il referendum e il ruolo dell'elettore. "Maurizio Zamparini è un vulcanico e ingegnoso imprenditore. I magazzini Emmezeta (dalle sue iniziali), poi venduti ai francesi erano farina del suo sacco. Come tanti altri ha la passione del pallone ma, a differenza di tanti comuni mortali, può permettersi di comprare squadre e fare il presidente - scrive Manuel Fondato su L'Huffington Post -. Zamparini ha avuto anche una breve infatuazione per la politica ma, a differenza del suo illustre collega Silvio Berlusconi, non è riuscito a sfondarvi. La sua peculiarità è divorare allenatori come Crono i suoi figli, una voracità compulsiva che ha fagocitato ben 48 mister nel corso delle sue gestioni, prima a Venezia ora a Palermo. Il suo capolavoro, da guinness, la scorsa stagione con ben nove avvicendamenti".

"Appena la squadra galleggia in acque torbide o quando gli salta la mosca al naso taglia la testa del suo tecnico, senza analizzare il contesto, le conseguenze o la squadra che gli ha messo in mano. Nella politica è lo stesso, ed è l'elettore-Zamparini a dettare legge con una pazienza, sempre più caduca che mal si concilia con i tempi, spesso lunghi, per un'efficace azione di governo. Lui pretende senza voler dare, getta la carta a terra ma esige marciapiedi specchiati, non paga il biglietto ma guai all'autobus che ritarda, parla di diritti e mai di doveri. Il suo voto è sempre "contro" chi non gli ha garantito tutto questo. Anche se ha costruito una squadra da mezza classifica lui vuole andare perlomeno in Champions League. Se non ti qualifichi, possibilmente con parecchie giornate d'anticipo, lui ti esonera. Sa di possedere come unica arma una matita (indelebile naturalmente) e la brandisce a mo' di lama per recidere premier, sindaci, presidenti di regione. Cambiare, cambiare e ancora cambiare come unica ricetta e panacea di tutti i mali. Tanto, morto un papa, se ne fa sempre un altro". Come gli allenatori...