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RASSEGNA STAMPA

Gazzetta: “Palermo, ora è crisi. L’ombra di Luca Gotti sembra materializzarsi”

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L'analisi della Rosea: "Sappiamo che al Palermo non c’è più Zamparini e gli allenatori sono valutati con lucidità, ma visto il momento e l’atteggiamento di una squadra fragile e presuntuosa, qualche dubbio è lecito".
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"Brescia, 4 baci ai playoff. Borrelli scatenato, applausi per Maran. Corini cambia troppo. Palermo, ora è crisi". Titola così l'edizione odierna de "La Gazzetta dello Sport", che punta i riflettori sulla sfida tra Brescia e Palermo, andata in scena sabato pomeriggio allo Stadio "Mario Rigamonti". E' accaduto tutto nel primo tempo: sei gol ed il rosso a Ivan Marconi che ha condizionato la gara decisa dalle reti siglate da Gennaro Borrelli e Fabrizio Paghera.

"Un gigante di polistirolo s’è sgretolato sotto le folate di un Brescia che di slancio è volato nei playoff. Stesso destino sembra attendere il Palermo, che ha chiuso una settimana nera (3 gare, un punto e 9 gol presi) rassegnandosi a quel destino. Sul banco degli imputati torna Eugenio Corini, che nella sua città ha incassato la sconfitta più pesante della stagione, causata da scelte discutibili: sappiamo che al Palermo non c’è più Zamparini e gli allenatori sono valutati con lucidità, ma visto il momento e l’atteggiamento di una squadra fragile e presuntuosa, qualche dubbio è lecito averlo e l’ombra di Luca Gotti sembra materializzarsi. Dove finiscono i demeriti del Palermo però cominciano i tanti meriti del Brescia, che Rolly Maran ha disegnato alla perfezione", scrive Nicola Binda.

Nelle ultime cinque gare il Palermo ha segnato almeno due gol a partita, subendo tuttavia nove reti nelle ultime tre contro Cremonese (due), Ternana (tre) e Brescia (quattro). "Tutto è nato dalla premesse, con un turnover esagerato (fuori Ranocchia, Segre, Diakitè, Ceccaroni, Stulac, Insigne...) che forse Corini avrebbe potuto gestire meglio vista la gara precedente con la Ternana. Altro capo d’imputazione: dopo 21’ l’ex Marconi è stato espulso e il tecnico, invece di tamponare (come ha fatto Stroppa una settimana prima a Cremona), ha subito messo un difensore in più (Ceccaroni) abbassando Di Mariano, per un 5-3-1 che è stato un chiaro messaggio alla squadra. Che vinceva 2-1 ed è crollata. [...] Ultimo demerito del tecnico: nella ripresa, pur in 10 contro 11, Corini è passato al 4-4-1 con vari cambi, ma il baricentro è rimasto basso e non c’è mai stata la sensazione della squadra alla ricerca della disperata rimonta. Per questo il Palermo, con questo atteggiamento, in A non ci può andare", conclude la Rosea.

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