CITTADELLA-PALERMO

Cittadella-Palermo 3-3: avvio shock, ribaltone Di Mariano-Brunori, pari Maistrello

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Il Palermo parte malie, la ribalta con Di Mariano bis e Brunori ma subisce il pari

 

Ancora un pari. Il quinto consecutivo al culmine di una partita ondivaga e rocambolesca. Sollievo e rimpianto si fondono in egual misura in casa rosanero, al culmine di una prestazione nel complesso costellata da più ombre che luci.

Palermo che, con testa, i nervi e le gambe, plana sul manto erboso del Tombolato con una ventina di minuti abbondanti di ritardo rispetto al canonico fischio d'inizio. Già, poiché nel primo scorcio di match la compagine di Corini è, suo malgrado, spettatrice non pagante del veemente e brillante approccio alla gara del Cittadella. Macchinosi, supponenti, apatici e poco reattivi, Verre e compagni giocano una prima porzione di match da incubo.

Tre minuti per prendere la prima, evitabilissima, sberla con Antonucci, Vita e Maistrello che dialogano fitto all'interno dei sedici metri: l'attaccante di Gorini calcia al volo l'assist perfetto del compagno. Difesa ospite in modalità presepio. Quindi, sempre in affanno ed in ritardo, su pressing e intensità del Cittadella, il Palermo annaspa e non riesce ad imbastire, con un minimo di linearità e un pizzico di fosforo, qualcosa che somigli ad una reazione.

Saric entra in ritardo su Mastrantonioin the box, completando la frittata, Antonucci trasforma il calcio di rigore concesso dall'arbitro. Palermo sotto di due gol dopo circa ventidue minuti. 

Fortunatamente, carattere, indole gladiatoria e qualità individuali, specie dalla cintola in su, non mancano a questa squadra.

L'imbucata di Aurelio premia l'inserimento sull'out mancino di Verre, bravo il jolly di centrocampo scuola Romaa guadagnarsi il calcio di rigore con una sterzata fulminea. Il Var certifica il fallo netto e Di Mariano si conferma implacabile rigorista in carriera.

L'inerzia psicologica della contesa è mutata. Il Palermo ha iniziato a fare il Palermo. O quasi. Brunori ha sfiorato il palo con un buon mancino al culmine di un assolo nei sedici metri. Pigliacelli ha tirato fuori un prodigio d'istinto su zampata di Mastrantonio.

Quindi Brunori ha coniato una gemma dalla teca del bomber di razza. Fantastica semirovesciata su torre di Saric. Gesto tecnico e atletico sontuoso, gol da sigla televisiva con l'uomo francobollato in marcatura alle sue spalle.  Prodezza che originerà un problema muscolare, l'italobrasiliano sarà costretto a non rientrare in campo dopo l'intervallo.

Corini, espulso per l'eccesiva fiscalità del direttore di gara dopo qualche schermaglia dialettica con Gorini, rilevava il numero nove con Tutino all'alba della ripresa. Problemi anche in casa Cittadella: Perticone subentra a Frare e Vita lascia il campo a Magrassi dopo aver sfiorato il tris.

Il Palermo completava la rimonta grazie ad una splendida giocata di Soleri, palla lavorata sull'out sinistro dopo un atterramento in area di Tutino non sanzionato dall'arbitro, assist millimetrico per Di Mariano che firma la doppietta laureandosi bomber di giornata. Corini ha richiamato in panchina proprio il numero dieci e Saric, cercando linfa, centimetri e gamba nelle opzioni Valente e Segre.

Frangente topico del match in sono mancate al Palermo lucidità e concretezza, per infierire sugli spazi concessi da un Cittadella proteso fisiologicamente in avanti, e capacità di gestione in fase di non possesso di un risultato che sarebbe stato preziosissimo nella corsa ai playoff.

Giraudo crossa troppo facile, Nedelcearu non è tempestivo nel leggere e sentire il movimento di Maistrello che lo anticipa e sovrasta nello stacco aereo. Pari subito a difesa schierata, foriero di non pochi rimpianti. Damiani e Vido, per Verre e Soleri sono state le ultime mosse di Corini per cercare fosforo, geometrie, magari un guizzo letale negli ultimi metri.

I dieci minuti finali, recupero compreso, giocati in superiorità numerica per l'espulsione di Branca, non bastano al Palermo per rimettere la testa avanti. Brivido nel finale per un calcio di rigore concesso al Cittadella, fallo di mano di Nedelcearu nello stacco, vanificato dal check al  Var per l'infinitesimale fuorigioco di Maistrello. Con il bel destro di Damiani a lambire il palo, si dissolvono le residue speranze di acciuffare in extremis l'intera posta in palio. Il famoso salto di qualità, sul piano di  tenuta mentale e cinismo nel gestire frangenti e momenti decisivi del match, capitalizzando al meglio risorse e prestazione, non è ancora arrivato. L'approccio molle e sgangherato dei primi venti minuti, parzialmente mitigato negli effetti dall'ottima reazione caratteriale, e l'incapacità di blindare il vantraggio dopo un esaltante ribaltone,  rivelano che a questa squadra manca ad oggi qualcosa per compiere il definitivo salto di qualità. Il treno playoff è ancora raggiungibile, ma il match contro il Modena al Barbera costituirà un bivio fondamentale, se non decisivo. Se si vuole provare ancora a pensare in grande, l'appuntamento con la vittoria non è più rinviabile.


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