A Sappada, a fari spenti e con numerose incognite, muove i primi passi il Palermo che verrà.
zamparini
Calciomercato Palermo: quelli con la valigia, la linfa del vivaio e i personaggi in cerca d’autore. Obiettivi e strategia…
Foschi e Tedino sono alle prese con la composizione di un puzzle che prende forma lentamente e tra mille incognite. A Sappada lavora un gruppo eterogeneo: gli scontenti, i reduci in cerca di riscatto, i giovani a caccia di minuti e dimensione, i...
Un mosaico composto da diversi tasselli quantomai provvisori, che sudano, si ossigenano e si dimenano, tra una seduta di allenamento e l'altra, agli ordini di Bruno Tedino. In attesa della proposta giusta, della telefonata propizia, che esaudiscano il legittimo auspicio professionale di cambiare aria.
Professionalità massima, sia chiaro. Ma dedizione e predisposizione mentale non possono, comprensibilmente, essere tarate in modo ideale.
Un mix di stati d'animo ed emozioni in antitesi dà vita ad un embrione di squadra.
L'entusiasmo dei nuovi arrivati, Mazzotta e Salvi, vogliosi di dimostrare che in questo Palermo ci stanno benissimo. La carica di un portiere di grande livello per la categoria come Alberto Brignoli, desideroso di ripagare la fiducia di chi ha investito senza remore sul suo cartellino.
La voglia spasmodica di diventare grandi dei prodotti del vivaio rosanero che quei colori non li sentono soltanto sulla maglia, ma virtualmente tatuati sulla pelle. Sono tanti e potenzialmente detentori di un radioso futuro: Accardi, Fiordilino, Gallo, Rizzo, Pirrello, Santoro. Convinti di poter emulare le gesta di quel Nino La Gumina che, come loro, è partito dai margini della prima squadra per scalare vertiginosamente le gerarchie. Fino a diventare punta di diamante in campo ed lauto assegno circolare in sede di mercato.
Un discorso a parte merita Lo Faso. Lui la ribalta della massima serie l'ha respirata, forse meglio dire subodorata, con la maglia viola. Una manciata di minuti e qualche spicciolo di presenza. Un training formativo e prezioso sotto l'ala protettiva di giocatori di alto lignaggio. La dolorosa e lacerante elaborazione di un lutto trasversale: la tragica scomparsa del compagno Davide Astori. Quindi il brutto infortunio, patito proprio quando pareva in procinto di calcare con più continuità i manti erbosi del salotto buono del nostro calcio. Simone è un ragazzo perbene, assennato e intelligente. Possiede raziocinio, capacità di analisi, sensibilità pari almeno al suo talento.
Ha tempo e modo per riprendere il discorso interrotto bruscamente la scorsa estate. Con la testa sul pezzo e la voglia giusta. E la maglia rosanero addosso. Può diventare pedina importante in una squadra giovane con una filosofia calcistica, almeno nelle intenzioni, più propositiva.
L'entusiasmo dei giovani corrobora una flebile onda di positività insieme alla responsabilizzazione di chi è stato eletto, da tecnico e contingenze di mercato, un punto fermo in vista della prossima stagione: i due polacchi, Szyminski e Murawski, nell'auspicio di riaggregare il terzo, Dawidowicz, il cui cartellino è oggetto di una partita a scacchi col Benfica. Il leader Pomini che, gerarchie a parte ed al netto dell'imminente arrivo dell'ottimo Brignoli, dovrebbe essere ancora guida e punto di riferimento imprescindibile. Dentro e fuori dal campo. Zamparini permettendo.
Quindi Embalo, alla ricerca eterna della stagione del riscatto, Gnahoré, che salvo offerte irrinunciabili costituirà un perno in zona nevralgica, la torre operaia Moreo, desideroso di dimostrare che non è soltanto utile e generoso. Trajkovski, che in serie B potrebbe fare la differenza, e sarebbe ora che la facesse, in maniera netta e con risoluta continuità. Fiore, dopo un infinito warm-up, scalpita per scendere in pista. C'è anche Balogh, autore in allenamento di giocate e sprazzi potenzialmente interessanti, che si dissolvono sistematicamente sull'altare di infortuni e costante indifferenza del tecnico di turno. Quale futuro per questo ragazzo? Qui o altrove, è necessario che staff tecnico e dirigenza prendano una posizione netta. Per il bene del calciatore ungherese e del club.
A fare da contraltare la pattuglia degli scontenti o sacrificati salariali.
Un nugolo nutrito di calciatori, dotati di carisma, qualità ed esperienza per la categoria, che vorrebbero evitare un altro anno di purgatorio in serie cadetta: Rispoli, Aleesami, Rajkovic, Struna, Bellusci, Chochev, Jajalo, Nestorovski.
Casi diversi ed a proprio modo spinosi. Rispoli è palesemente insofferente. In scadenza di contratto a giugno 2019, l'esterno campano freme per cambiare aria. Al netto dei timidi sondaggi di Frosinone e Torino, resta tiepido l'interessamento del Bologna che una volta definito l'ingaggio di Mattiello non ha più impellenza nel ruolo.
Il club felsineo potrebbe tornare alla carica solo in caso di qualche uscita (Rizzo e Kraft), il Palermo chiede circa 1,7 milioni trattabili per il suo cartellino ma al momento la situazione del classe 1988 è piuttosto stantia.
Qualcosa si muove in uscita sul binario opposto per Haitam Aleesami. Anche per l'ex Goteborg la scadenza contrattuale è fissata a giugno 2019 ma in virtù di anagrafe e peculiarità la valutazione di mercato è diversa. Circa 2,7 milioni di euro, con ampio margine di trattabilità, il valore del cartellino dell'esterno mancino secondo il club rosanero.
Tra Struna e Bellusci, uno potrebbe restare. Lo sloveno ha già manifestato l'intenzione di cambiare aria, l'ex Leeds ha un buon mercato in Italia ed il suo entourage si sta guardando intorno.
Tedino non vorrebbe rinunciare a Rajkovic ma l'ingaggio dell'ex Amburgo è totalmente incompatibile con i parametri attuali del club. Il tecnico vorrebbe trattenere anche Ivaylo Chochev, l'attuale infortunio che costringe il bulgaro ai box castra qualsiasi velleità di mercato, nonostante l'attivismo dell'agente del calciatore.
Jajalo piace non poco all'AEK Atene ma la distanza tra domanda e offerta, in termini di formula e valore del cartellino, è ancora considerevole. Il nazionale bosniaco ha estimatori anche in Italia in massima serie e capitalizzare al meglio una sua eventuale cessione non dovrebbe costituire impresa particolarmente complicata per una volpe del mercato come Rino Foschi.
Il futuro di Nestorovski è un vero e proprio rebus. Le numerose pretendenti sbandierate dal patron sono in realtà club che hanno effettuato semplici sondaggi interlocutori senza fin qui affondare concretamente il colpo.
Chi punta ad acquisire il cartellino del macedone temporeggia, nella consapevolezza che il Palermo non può certamente consentirsi di sopportare l'ingaggio dell'ex Inter Zapresic per un'altra stagione in serie cadetta. Contesa di nervi e strategia, con Foschi chiamato a capitalizzare al massimo la cessione di un calciatore il cui valore di mercato è sensibilmente scemato dopo l'ultima opaca stagione tra stenti ed infortuni. Atalanta e Bologna, così come il Torino, restano alla finestra al fine di verificare se sussistano i presupposti per un affare low cost in chiusura di sessione. Più plausibile che i contatti e le relazioni internazionali dell'entourage che tutela gli interessi del nazionale macedone possano contribuire a trovare una soluzione che soddisfi tutte le parti in causa battendo la pista estera.
L'assalto definitivo a George Puscas è, sotto l'aspetto cronologico, parzialmente correlato anche alla definizione del futuro dell'ex capitano rosanero. L'intesa con l'Inter, tre milioni di euro complessivi per il trasferimento del classe 1996, ancora da stabilire se a titolo definitivo o con la formula del prestito oneroso con obbligo di riscatto, costituisce più di una prelazione sull'attaccante rumeno. Il giocatore gradisce la destinazione Palermo ma tergiversa in attesa di qualche allettante proposta in categoria superiore che, al momento, non pare profilarsi concretamente.
L'asse con l'Atalanta, consolidato in questi giorni con contatti estremamente fitti tra Rino Foschi ed il suo omologo, Giovanni Sartori, porterà presto in dote la definizione dell'arrivo in rosanero del giovane e talentuoso centrocampista svizzero, classe 1996 e nazionale under 21, Nicolas Haas. Con il club orobico si parla in modo approfondito anche del futuro di altri due gioielli di casa bergamasca, Matteo Pessina (classe 1997) e l'attaccante Luca Vido (classe 1996) quest'ultimo finito anche nel mirino del Perugia.
Al netto delle smentite di prassi, Foschi setaccia anche il bacino degli svincolati, implementato dai numerosi calciatori reduci dai fallimenti di Bari e Cesena. Giovanni Di Noia, classe 1994, duttile centrocampista mancino, è molto più di un'idea per il dirigente romagnolo che ne ha già apprezzato le qualità proprio in quel di Cesena.
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