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Juventus, il futuro di Dybala: Paulo e i cinque allenatori a Palermo. Lui come Sivori e Baggio, ma con Allegri e CR7…

"Il paradosso dell'estate", lo definisce l'edizione odierna del 'Corriere dello Sport': Mediagol.it vi propone l'estratto dell'articolo in questione

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Quale futuro per Paulo Dybala?

L'attaccante originario di Laguna Larga, al centro di diversi rumors di mercato, potrebbe lasciare l'Italia già nel corso di questa estate. La Juventus di Andrea Agnelli ed il Manchester United, nei giorni scorsi, hanno provato ad imbastire una trattativa che avrebbe portato al trasferimento dell'argentino in Inghilterra e di Romelu Lukaku alla corte di Maurizio Sarri.

Poi, il nulla di fatto e l'inserimento a sorpresa del Tottenham. Sì, perché in cima alla lista dei desideri degli Spurs, adesso, vi sarebbe proprio il classe '93. La dirigenza inglese, d'altra parte, sarebbe già riuscita a trovare un accordo di massima con i bianconeri, ma un nodo da sciogliere in tempi brevissimi (il mercato in Inghilterra chiuderà domani 8 agosto) sarebbe rappresentato dai diritti immagine, una questione che era emersa già nell'affare con i Red Devils.

Chi ha provato a fare il punto sul futuro della Joya, ricordando anche il suo passato in quel di Palermo, è l'edizione odierna del 'Corriere dello Sport'. Mediagol.it vi propone l'estratto dell'articolo in questione.

"Paulo Bruno Exequiel Dybala è uno che di calcio italiano se ne intende. Di presidenti. Di allenatori. Dietro quella faccina da Bella Gioia c'è un esperto di traffici societari, di panchine bruciate, di scelleratezze economiche. Il sorriso conquistatore è un'arma di difesa, gli occhi che spuntano dietro quella mano aperta in forma di pistola uno spunto d'aggressività che colpisce i cuori delle femmine e incuriosisce i maschi. E si ferma lì. Altro che Zorro. La prima stagione a Palermo gli ha presentato cinque mister in alternanza: Sannino, Gasperini, Malesani e ancora Gasperini, e di nuovo Sannino. Retrocessione. Che in Argentina non considerano, inserendolo nella profetica galleria 'Las glorias del futbol'. La clamorosa caduta del Palermo è forse il capolavoro di Zamparini, rispetto alla storia che di lui si racconterà. Dimenticando i campioni che ha portato a Palermo: come Barzagli, il mondialissimo Grosso, Miccoli, Ilicic, Toni, Cavani, Amauri, Pastore, Sirigu, Balzaretti, Darmian e Belotti. Per finire tra i dilettanti. Follia.

Già, Belotti. Li ho conosciuti insieme, Paulo e Andrea, in un inverno siciliano che sembrava lombardo. Nebbia e freddo. Andrea aveva esordito proprio sostituendo Paulo, nella prima giornata del campionato '14-15, contro la Samp. Agli ordini di Iachini. E basta. Un record. Erano diventati subito amici. Ne cantai le virtù in occasione di un torneo giovanile che li aveva voluti testimonial. Non pensavo tanto alle loro già eccellenti prestazioni ma alle facce pulite, alla semplicità, all'educazione, a quel magico flusso di simpatia che esaltava i ragazzini. Che colpo, più tardi, ritrovarli a Torino, protagonisti del Derby per eccellenza, Paulo Juve, Andrea Toro. E il gioiello argentino diventa subito un divo, mentre il ragazzo di Calcinate s'adegua al clima granata, senza troppa enfasi. E infatti è ancora lì, ammirata bandiera, dopo avere schivato la follia dei cento milioni.

Dybala casca male, l'euforia dei commentatori digiuni di storia gli affibbia una somiglianza con un altro grande argentino, Omar Sivori, che rischia di rovinarlo. E qualche danno ha fatto. Il tocco di palla c'è, anche la fantasia, ma Omar era un lupo, Paulo è un agnello. [...] Dybala incassa e tace, da anni, senza ricavare il frutto della pazienza, della correttezza, finendo invece per subire umiliazioni. Anche solo scritte - si spera - quando lo mettono in un pacco di pedatori usati in cambio di Pogba. Parlare di un calvario juventino, per Dybala, è troppo, ma che la sua vita con Allegri sia stata felice è una balla che in troppi hanno accettato di digerire e pubblicizzare. Una domenica finì in panchina, Paulo, e ne scrissi scandalizzato. Allegri, ancora in preda ai fumi della recente gloria tricolore, mi fece chiamare da un'amica dell'ufficio stampa della Juve: 'È incazzato con te'. Presi subito le misure dell'uomo, prevedendo - e allora pregustando, poi mi dispiacque - il giorno in cui la Signora l'avrebbe ridotto suo schiavo. E eliminato. Mi parve allora di rivivere la storia di Baggio, di un Dieci - di un Diez, nel caso - troppo bravo, troppo silenzioso e corretto per essere amato da un tecnico che aveva preso sul serio il motto 'vincere è l'unica cosa che conta' ignorando - scientemente ? - ch'era nato quando la Juve di Boniperti e Trapattoni schierava grandi campioni, spesso scomodi ma compresi, spesso fastidiosi ma rispettati. [...] La Juve ha comodamente ereditato la scellerata scelta di Allegri, trasformando La Joya in Plusvalenza, cercando di liberarsene per turare le falle del bilancio aperte da Sua Santità Cristiano Ronaldo, l'Inquisitore al quale sono stati sacrificati il bomber record Higuain, Mandzukic e ora Dybala, una ricchezza del calcio italiano che solo Marotta - colui che non accettò Ronaldo e se ne andò - potrebbe salvare. Ma la Juve di Sarri - un uomo chiamato Silenzio - vincerà la Champions, dicono a Torino. Perché c'è Ronaldo? CR7 ci ha già provato, inutilmente. O è tutta colpa di Dybala, il fallimento europeo?".

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