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Juventus, Bonucci si racconta: “Il Milan mi ha migliorato. Ecco cosa dico a De Ligt. Con Conte stavo lasciando…”

Le dichiarazioni rilasciate da Leonardo Bonucci: "Ringrazio il Milan, ma la Juventus è casa mia: so di essere al posto giusto"

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"Segnare è sempre bello, anche se poi ci siamo complicati la vita con il Genoa. Però siamo stati bravi a crederci fino all'ultimo".

Parola di Leonardo Bonucci. Diversi sono stati i temi trattati dal difensore della Juventus, che nell'estate del 2018 ha scelto di tornare a vestire la maglia bianconera dopo appena un anno dall'addio e dal suo approdo al Milan: dalla prossima sfida che vedrà protagonisti gli uomini di Maurizio Sarri contro il Torino di Walter Mazzarri, alle prestazioni offerte fin qui da Matthijs De Ligt. Ma non solo...

"Io unico difensore con almeno un gol in tutti gli ultimi sette campionati? È un bel dato, ma questo è già il passato. Mi auguro di poter aiutare la squadra in tutti i modi a raggiungere gli obiettivi: stiamo diventando un grande gruppo e c’è bisogno di migliorarsi quotidianamente. Il derby contro il Torino? Molto difficile ed equilibrato. Dopo un inizio importante, i granata stanno attraversando un momento critico e la sconfitta con la Lazio è stata pesante, però il derby è sempre una gara a parte: ci metteranno di tutto e di più, ma noi dobbiamo correre verso lo Scudetto. Quale derby ricordo? Quello del novembre 2014, gol di Pirlo al 93’. Quando vinci all’ultimo la gioia è più grande, figurarsi in un derby... E fu importante anche quello di Cuadrado l’anno dopo. Lì è cambiata la storia recente della Juve? Sì. Eravamo in un momento difficile, forse l’unico di questi anni in cui c’era la sensazione di non farcela. Poi da lì abbiamo macinato punti su punti e abbiamo vinto lo scudetto: fu un vero spartiacque. Se mi fermano anche i granata? Sì, apprezzano l’uomo: questo è il complimento più bello che uno possa ricevere. Belotti? C’è un bellissimo rapporto, poi scambieremo la maglia in base al risultato...", sono state le sue parole.

ALLEGRI E SARRI -"Sarri? Non ci ho creduto finché non l’ho visto arrivare. Sapevamo che con lui cambiavamo modo di interpretare le partite: lo stiamo facendo, ma è ancora tutto da scrivere e vogliamo che l’annata diventi storica. Da Allegri a Sarri? Un grande cambiamento, per noi difensori innanzitutto: dalla marcatura a uomo ad una a zona in qualsiasi parte del campo. Serve tempo per assimilare, ma questo lavoro inizia a dare i suoi frutti. E i grandi campionati si costruiscono sulle difese, noi per errori di concentrazione finora abbiamo preso gol evitabilissimi. L’obiettivo è vincere, facendolo con il bel gioco. Se poi serve una partita sporca, si fa. Sarrismo? Ognuno ha i propri modi di arrivare al massimo: Allegri l’ha fatto con 5 scudetti di fila e due finali di Champions, nulla si può dire. Ora c’è un altro modo di concepire il calcio e ci stiamo divertendo tanto con le idee di Sarri. Ci danno molto a livello di sicurezza e consapevolezza: ci auguriamo di vincere altrettanto".

CR7 E DE LIGT -"Da quando c’è Ronaldo è più difficile girare in centro. La Juve ora ha un’altra dimensione, molto più grande. Colpisce per la costanza e la voglia di migliorarsi ogni giorno. Per noi comuni mortali è da esempio: non molla mai ed è un piacere vedergli fare i colpi anche in allenamento. De Ligt? Gli ho detto di stare sereno: ci siamo passati tutti in questi momenti, io anche l’anno scorso quando sono tornato... Lui è il difensore del futuro: deve entrare nei meccanismi e non è facile, perché fin da ragazzino è stato abituato a giocare uomo contro uomo. Buffon? E' sicurezza e consapevolezza: abbiamo ritrovato un campione e un amico. Chiellini? C’è sempre e poi non l’ho mai visto un giorno negativo: carica lui gli altri. Il suo obiettivo è tornare negli ottavi di Champions e noi faremo di tutto perché ciò accada".

PASSATO E FUTURO -"Record? È orgoglio ed emozione. L’anno al Milan mi ha pregiudicato posizioni in quella classifica, ma spero di scalarla ancora per anni. Nel 1996 avevo la maglia della Juve come regalo della cresima, immaginate che cosa vuol dire essere parte di questa gloriosa società... Zenit? Quando arrivò Conte, sembra un paradosso ora, ero il quinto difensore per lui. C’era la proposta dei russi ed ero lì per firmare, però sentivo dentro di me che qualcosa non tornava: sarebbe stata una sconfitta andare via così. L’ho convinto con il lavoro e quando passammo a tre, non sono più uscito dal campo. Il Milan? Mi ha migliorato: sono più riflessivo e ho corretto alcuni difetti. Ringrazio il Milan, ma la Juve è casa mia: so di essere al posto giusto. Sto bene, ho voglia di migliorarmi e ho 5-6 anni per vincere più trofei possibili. Ma quando vedo un compagno che si ritira, comincio a sentire un po’ di pressione...".

CHAMPIONS -"È un’ambizione: quando sei concentrato su quel che puoi ottenere, in un modo o nell’altro migliori. C’è sana ambizione di competere, battagliare e arrivarci a tutti i costi. Non può essere ossessione, altrimenti 9 volte su 10 esci sconfitto. C’è una consapevolezza diversa: vogliamo scendere in campo ed essere padroni della partita. Negli anni passati facevamo fatica ad imporci in Champions, mentre ora c’è più sicurezza. Ci sentiamo forti, ma non dobbiamo cadere nella presunzione. Bisogna migliorare quando tutto sembra facile, perché quando dai le cose per scontate, poi ti scotti", ha concluso Bonucci.