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Italia, Bernardeschi: “Serve una mentalità che ci riporti in alto, Mancini è l’uomo giusto per ripartire”

Italia, Bernardeschi: “Serve una mentalità che ci riporti in alto, Mancini è l’uomo giusto per ripartire”

L’attaccante bianconero appoggia il ct azzurro e carica l’ambiente in vista delle prossime gare: “Quando si tocca il fondo bisogna solo prendersi per mano, tutti insieme, e risalire”

Mediagol40

Deludente la partenza dell’Italia in Nations League.

Dopo il pareggio contro la Polonia, infatti, gli azzurri non sono riusciti a fermare il Portogallo che, grazie alla rete dell’ex rossonero André Silva, è riuscito a portare a casa 3 punti importanti.

Escluso dal match, che è andato in scena ieri sera all’Estadio Da Luz di Lisbona, Federico Bernardeschi.

Il fantasista della Juventus, uno tra i migliori nella gara d’esordio contro i polacchi, intervenuto ai microfoni di ‘Undici’, ha così commentato il delicato momento che sta vivendo la Nazionale: “Serve una mentalità che ci riporti in alto, dove merita di stare l’Italia. Che faccia crescere i giovani, che rafforzi il rapporto con l’allenatore e la dirigenza. Ci dev’essere un nucleo che lavori per uno stesso obiettivo, quello di far ripartire il calcio italiano. Questo gruppo di giocatori vale, ci sono tanti giovani di personalità e di prospettiva, ma proprio perché giovani, serve tempo”.

Su Roberto Mancini: “Mancini è l’uomo giusto per ripartire. Sa cos’è il calcio, è stato un grandissimo campione e anche un grandissimo allenatore. E lo sarà ancora. Bisogna dargli fiducia e avere pazienza nel suo lavoro. Se si vuole tutto subito, alla fine si stronca tutto. Se subito ci si aspetta un’Italia che vince 4-0 le prime cinque amichevoli, c’è qualcosa che non va. Quando si tocca il fondo bisogna solo prendersi per mano, tutti insieme, e risalire e bisogna andare tutti nella stessa direzione: la stampa, i giocatori, gli addetti ai lavori”.

Sulla sua avventura in maglia bianconera: “I primi due mesi ho un po’ patito dal punto di vista fisico, non su quello mentale, perché i compagni mi hanno fatto integrare benissimo. Questo è un contesto che ti aiuta a crescere tantissimo, se sei un ragazzo intelligente che apprende le cose capisci molto di più che in un’altra società. Ronaldo? Quello che fa in campo è sotto gli occhi di tutti, è uno dei più forti di sempre, ma anche al di fuori è un professionista esemplare. Dobbiamo imparare dalla sua mentalità, con lui si può intraprendere una strada ancora più vincente - ha concluso il classe ‘94 -”.

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