Patrick Cutrone è l'uomo del momento in casa Milan e, in occasione del suo ventesimo compleanno, il padre ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport.
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Milan, papà Cutrone: “Dopo il gol all’Inter non ho dormito. Gattuso? Sono molto simili caratterialmente…”
Intervistato dalla 'Gazzetta dello Sport', il padre dell'attaccante rossonero ha svelato alcuni retroscena dell'infanzia del figlio
Comincia raccontando qualche aneddoto della sua infanzia: "Quando aveva 4-5 anni costringeva la nonna a fare il portiere in salotto, e aveva già un tiro bello forte. Poi ha iniziato a giocare col fratello, che ha tre anni in più e fa il portiere. Com'era a scuola? Qualche danno l’ha fatto anche lì, ma a me interessava che studiasse con profitto. Ricattarlo era molto facile: bastava minacciarlo di chiamare l'allenatore per non farlo giocare. Gli ho sempre chiesto di diplomarsi, avere un figlio calciatore non era la priorità". Quasi sempre decisivo ogni volta che viene chiamato in causa, l'ultima in occasione del derby di Coppa Italia: "L'ultimo consiglio che gli ho dato è di non togliersi più la maglia quando segna, non deve diventare un'abitudine. Dev'esserci il rispetto per l' avversario, tanti esagerano. Ma trattandosi di un derby, gliel'ho fatta passare... Poi gli ho dato anche un consiglio più serio: rimettersi a lavorare e dimenticare l'Inter. Non era facile, quella notte non ho dormito nemmeno io".
La scelta di restare al Milan, è stata la migliore possibile: "L'idea era quella di mandarlo a fare esperienza altrove in prestito - ammette papà Cutrone - Verona, Bologna, Crotone e Torino lo volevano e noi non eravamo convintissimi nel vederlo restare in rossonero, con tutta quella concorrenza. La tribuna sarebbe stato un supplizio, più che altro per lui. Insomma, si è giocato bene le sue chance". Sul rinnovo, dichiara: "Se la società penserà ancora a lui, ne sarò contento. Di certo non sarà Patrick a farsi avanti: questo è l’anno della crescita sportiva, non economica".
Il tecnico Gattuso lo ha definito 'tarantolato', un aggettivo che al papà piace: "E' bello, ci sta. Noi lo chiamavamo Duracell: scarica gli altri e lui resta acceso. Caratterialmente lo vedo molto simile al suo allenatore. Patrick potenzialmente non ha limiti. Mi viene da sorridere perché Gattuso dice che lo vedrebbe anche in porta: ebbene, in un torneo Giovanissimi, contro la Juve, fu espulso il portiere e lui pur di non essere sostituito si mise fra i pali. E parò anche bene". Infine, chiusura sull'interessamento dell'Inter quando era ancora un bambino: "Nessun rimpianto e nessuna polemica, semplicemente il Milan è stato più deciso".
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