Nel giorno della delicata sfida di Champions League tra Sporting Lisbona e Juventus riaffiora un datato ma suggestivo retroscena di mercato. CR7, stella del Real Madrid e del firmamento calcistico mondiale, era virtualmente un giocatore della Juventus. Correva l'anno 2003, ed il fuoriclasse portoghese, allora tesserato per lo Sporting Lisbona, aveva già sostenuto le visite mediche e scalpitava all'idea di indossare la maglia bianconera.
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La Juventus e Cristiano Ronaldo versione Sliding doors: Di Marzio e la relazione a Moggi, CR7 era già bianconero ma…
Sporting Lisbona e Juventus, che si affrontano stasera in Champions League, sono accomunate da un suggestivo retroscena di mercato legato al fenomeno del Real Madrid
Le vie del calciomercato, com'è noto, sono però impervie ed infinite. Tortuose e piene di dossi, buche, imprevisti ed ostacoli. Così nonostante fosse già sancita l'intesa tra i club e l'accordo tra la Juventus e l'entourage del calciatore, bastò un' inezia per far saltare l'affare che avrebbe potuto riscrivere la storia del calcio europeo dell'ultimo decennio.
Un vero e proprio crocevia nella parabola del calciatore e dei club coinvolti in modalità Sliding doors.
La genesi del retroscena, ricostruita nell'edizione odierna di Tuttosport, è ricca di incroci, aneddoti e personaggi.
La Juventus inviò Gianni Di Marzio, attuale consulente di mercato del patron del Palermo, Maurizio Zamparini, a visionare Ricardo Quaresma. Tuttavia, le attenzioni dell' allora osservatore bianconero vennero totalmente catalizzate dal talento di un giovane, ed ancora acerbo, Cristiano Ronaldo. CR7 divenne subito oggetto di una dettagliata relazione con tanto di sollecita segnalazione a Luciano Moggi. La Juve aveva raggiunto l'accordo con lo Sporting ed il portoghese era già stato a Torino per effettuare le rituali visite mediche ma l'affare clamorosamente sfumò.
A fare saltare il banco fu Marcelo Salas: il Matador era la contropartita scelta dallo SportingLisbona per chiudere l'affare ma il cileno puntò i pedi. Il suo rifiuto fece saltare l'intera operazione. Alessandro Moggi, uno dei fondatore della Gea, ripercorre quei giorni febbrili in una intervista rilasciata al quotidiano sportivo torinese.
"Jorge Mendes, agente di Cristiano Ronaldo, chiedeva ospitalità nel nostro ufficio a Roma. Le stelle dovevano ancora allinearsi, ma le aveva già tutte nel suo cielo: Cristiano Ronaldo, Deco, Mourinho... Tutti astri nascenti. E lui, Mendes, era un grandissimo lavoratore, un uomo di carisma, un professionista instancabile. Lo offrimmo al Parma di Tanzi e alla Lazio di Cragnotti, ma in entrambi i casi fu snobbato. Il talento era indiscutibile, ma era troppo giovane, evidentemente non si fidavano. Chissà oggi che rimpianti...La Juventus invece lo vuole: non ha dubbi. E i dirigenti bianconeri ci spediscono a Lisbona, insieme a Mendes per chiudere la trattativa in tempi brevi".
Il procuratore ricorda le fasi concitate e la delusione per un affare che sfumò inopinatamente quando ormai sembrava in dirittura d'arrivo.
"La Juve voleva disfarsi di Salas e l'idea era quella di organizzare uno scambio. Io ero scettico già in partenza sulla possibilità di convincerlo, perché il calcio portoghese non era particolarmente allettante neppure all’epoca. Lo Sporting era allettato dalla proposta perché Salas era un giocatore internazionale. Avevo in mano il contratto di Cristiano Ronaldo, che era felicissimo di andare alla Juventus, anche perché in quel momento era il massimo, avevo in mano l’accordo con lo Sporting, mimancava il sì di Salas. Il sì tardò ad arrivare e nel frattempo arrivò lo United che strappò Cristiano Ronaldo alla Juve con un vero e proprio blitz».
Di Giulia Marraffa.
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