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Juventus, Bonucci: “Gol a Palermo indimenticabile. Le finali di Champions League…”

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Il difensore della Juventus ha raggiunto quota 500 presenze in maglia bianconera e ricorda alcuni momenti salienti della propria carriera, tra cui il gol che indirizzò la sua squadra verso il primo dei nove scudetti consecutivi.
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Lenardo Bonucci, difensore e capitano della Juventus, si è raccontato ai canali ufficiali del club bianconero per commentare alcuni dei momenti più significativi che lo hanno portato a raggiungere le 500 presenze con la "Vecchia Signora". Da sempre con il "vizio del gol", una rete nella stagione 2011/2012 al "Renzo Barbera" contro il Palermo è valsa il sorpasso al Milan in testa alla classifica di Serie A, con la vittoria finale dei piemontesi:

"Il gol che ho segnato al Palermo è stato bello pesante. Di quella giornata non mi dimentico nulla, sento ancora le urla mie e dei miei compagni in hotel quando il Milan pareggiò nel pomeriggio e la sera avevamo troppa voglia di andarci a prendere quella vittoria. Regalare una gioia così grande ai tifosi è stata una pienezza di cuore enorme. Impossibile da dimenticare un gol del genere'.

Le due finali di Champions League perse - "Abbiamo iniziato a giocare a calcio per vivere quelle partite li.  Abbiamo incontrato il Barcellona più forte di tutta la storia, contro il Real invece avevamo sottovalutato delle cose. Tutti ci davano per favoriti ma contro il Real non sei mai favorito, poi quando subisci un gol come quello di Casemiro ti spezza le gambe. Io ricordo nei giorni precedenti che a colazione Gigi si metteva a fare le uscite basse sulla moquette della sala da pranzo. Prima di quelle gare ti senti un leone in gabbia che non vede l'ora di giocare quella partita". 

Sul terzetto difensivo composto dallo stesso Bonucci più Chiellini e Barzagli - "La BBC ha costruito la grande cavalcata dei 9 scudetti consecutivi. La prima volta andammo in campo insieme con Delneri e credo che ognuno di noi ne ha tratto beneficio. Ne è nata un amicizia unica anche fuori dal campo e io che ero il più piccolo ho potuto imparare molto da Andrea, Giorgio e da Gigi. La vera intuizione la ebbe Conte, con cui costruimmo le prime vittorie di quel ciclo. Giorgio è stato speciale, io ero quello scontroso, lui invece sempre pacato e tranquillo. Mi faceva ragionare molto. Si è creata un'amicizia speciale e ci siamo trovati a condividere tanti momenti anche fuori dal campo. Così come con Andrea, ho trascorso il mio tempo accanto a due persone che mi hanno dato tantissimo e spero di aver lasciato lo stesso a loro. Insieme abbiamo fatto qualcosa che rimane nella storia del calcio".

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