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Allegri: “Fra 5 anni smetto e lascio il calcio. La Nazionale? Mi interessa molto…”

Allegri: “Fra 5 anni smetto e lascio il calcio. La Nazionale? Mi interessa molto…”

Le parole dell'allenatore della Juventus sul proprio futuro e non solo.

Mediagol97

Il presente è la Juventus, il futuro? Probabilmente lontano dal calcio.

Questo il riassunto dell'intervista rilasciata dal tecnico bianconero, Massimiliano Allegri, a GQ. L'allenatore toscano ha parlato dei suoi progetti futuri (tra cui la Nazionale) e della data in cui smetterà di fare questo mestiere. Non sono mancate le dichiarazioni sulla tanto desiderata, e per ben due volte in tre anni sfiorata, Champions League. Di seguito le parole dell'ex coach di Milan, Cagliari e Sassuolo.

"Fra cinque o sei anni smetterò con il calcio. Finché mi diverto a insegnare in campo, continuo; quando non lo farò più, me ne andrò. A me piace insegnare ai giovani, è una soddisfazione vedere dei miglioramenti nei giocatori. La Nazionale? È un motivo di orgoglio, mi interessa molto. E la squadra del futuro promette bene: i ragazzi nati tra il 1992 e il 2000 sono molto bravi".

FILOSOFIA ALLEGRI

Il tecnico livornese ha poi raccontato la sua "filosofia" calcistica: "Il calcio è semplice, non ha senso complicarlo. Bisogna fare l'opposto di quello che fa l'avversario. Non sono uno che pensa 26 ore a una partita, dico sempre che ci sono gli allenatori costruiti e quelli naturali: io faccio parte della seconda categoria. Non devo stare tutto il giorno a guardare video, non capirei nulla così. Guardo ciò che mi serve e in quarto d'ora capisco quello che devo fare. Delego molto al mio staff, ma la psicologia è l'80% della prestazione dei giocatori. L'allenatore deve capire il momento in cui coccolare o riprendere un giocatore, stimolarlo e pungolarlo".

SULLA CHAMPIONS LEAGUE

Un pensiero, poi, sul percorso in Champions League della sua Juve in questi anni: "Le finali si vincono e si perdono. Lo dico anche ai giocatori, perché per fare grandi cose è necessaria una buona dose di talento e incoscienza. Di fenomeni nel calcio ce ne sono pochissimi, ma ora ci sono tante squadre con molti grandi giocatori. Vincere la Champions è più difficile di 30 anni fa".