di Nunzio Alessandro Bellomonte
serie a
‘Metodo Conte’, i retroscena dei successi del ct della Nazionale. Ecco come caricava i suoi giocatori
Oggi in uscita Metodo Conte. Autobiografia scritta dal giornalista Alciato su alcuni aneddoti legati all'ex tecnico della Juve.
102 punti in campionato in una sola stagione sulla panchina della Juve. Un metodo vincente quello del tecnico leccese Antonio Conte capace di accumulare record su record con la società bianconera. Adesso ct della nazionale azzurra e primo obiettivo raggiunto grazie alla qualificazione agli Europei. "Per fare l’allenatore devi cercare di eccellere in tutto e per fare questo devi studiare. Da quando faccio l’allenatore, per me, è un continuo studio". - Cosi l'allenatore Conte ha raccontato il suo percorso per diventare un allenatore di successo. Attraverso la pubblicazione di un'autobiografia, il giornalista Sky Alessandro Alciato ha raccontato alcuni aneddoti e retroscena della carriera di Conte svelando molte strategie che l'allenatore utilizzava quando sedeva sulla panchina bianconera. L'ex tecnico anche di Siena, e attualmente alla guida degli azzurri, ha svelato tanti episodi: dalle sfuriate selvagge alle dimissioni alla Juve passando per la vicenda scommesse e le tensioni in Nazionale.
Come riportata da 'Tuttosport', ecco un'anticipazione del capitolo intitolato 'Buffon, da te, non me lo sarei mai aspettato': "17 maggio 2014, metà mattina, centro sportivo di Vinovo. Nel quartier generale della squadra, alla periferia di Torino, sembravano tutti felici. I giocatori, già campioni d’Italia nonostante la Serie A dovesse ancora finire. [...] L’allenatore, così così. Contento ma non troppo tranquillo: lui voleva di più. La prima riga della classifica del campionato, cioè l’unica che nella sua testa contasse veramente, recitava: Juventus 99 punti. Novantanove, un’enormità. Il giorno successivo si sarebbe giocata l’ultima partita della stagione, in casa contro il Cagliari, e Conte rimuginava. [...] "Dobbiamo entrare nella storia, più di 100 punti in Italia non li ha mai conquistati nessuno. E pure in Europa..." [...] Quindi, quello Juventus-Cagliari non poteva essere preso sottogamba.
Mentre Conte è seduto in sala video con gli altri giocatori, entra Buffon con Marotta: "Mister, scusi un istante, il direttore vuole fare chiarezza sulla questione dei premi da pagare alla squadra, dopo la vittoria dello scudetto". Non l’avesse mai detto, Buffon. In quei cinquanta metri quadrati si è scatenato l’inferno. Una furia di improperi rabbiosi, all’ apparenza non giustificata dal momento.
Conte si è messo a urlare, posseduto dal demonio di una possibile sconfitta o, ancora peggio, di una probabile pancia piena: "Mi avete rotto! Rotto, capito? E adesso andate tutti fuori dalle palle. Fuori, non voglio più vedervi. Fuori, ho detto!". "Ma, mister...". "Zitto Gigi, da quella bocca non deve più uscire una parola. Non me lo far ripetere. Proprio da te non me lo sarei mai aspettato. I premi... Ma pensa te, ’sti stronzi [...] Gigi, tu sei il capitano. E non capisci niente di niente, anzi diciamolo proprio, tu non capisci un cazzo. Sei una delusione, una sconfitta appena apri la bocca. Tu come tutti questi altri deficienti"".
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