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Jallow, da Lampedusa al Torneo di Viareggio: “Vi racconto il mio viaggio della speranza”
Partito dal Gambia e passando per la Libia, ha raggiunto il nostro Paese. Adesso sogna in grande nel Torneo di Viareggio.
E' quella di Sulayman Jallow, 19enne calciatore della Primavera dell'Ascoli che si sta mettendo in mostra nella Viareggio Cup. Due anni fa il suo viaggio della speranza: dal Gambia a Lampedusa.
Gli occhi sono ancora segnati dalla paura, dalla sofferenza per un passato duro. Per un lungo viaggio ai limiti della disperazione affrontato con coraggio e preghiera. Sulayman Jallow ha 19 anni ne aveva 17 quando è arrivato in Italia su un barcone della speranza, partendo dal Gambia e passando per la Libia. E’ fuggito dall’Africa per cullare il suo sogno: diventare un calciatore. Il grande calcio è ancora lontano, ma Jallow ce l’ha fatta. A gennaio ha firmato per l’Ascoli, e la sua scalata può iniziare. Magari sfruttando la vetrina del torneo di Viareggio.
Il racconto -"In Gambia - spiega Jallow - non c’è speranza per chi vuole giocare a calcio, non ci sono strutture né possibilità. Ho deciso di fuggire, ho passato tanti momenti brutti per arrivare qui, cose impossibili da spiegare. Però mi sento fortunato. In Italia ho incontrato tante persone belle incontrate, sono diventate come una famiglia".
Viaggio -"Il viaggio verso Lampedusa è stato durissimo e molto rischioso. Da lì sono stato portato a Priolo Gargallo (Siracusa) dove è iniziata la mia nuova vita, nel segno del pallone. Ho cominciato a giocare solo dopo qualche mese, quando mi hanno trasferito in un centro accoglienza in Campania, a Santa Croce del Sannio. Lì ho conosciuto una ragazza, Antonella Di Micco, che mi ha aiutato a trovare una squadra: era a Ponte, vicino Benevento, ma il posto era troppo distante da raggiungere ogni giorno...", le parole di Jallow riportate dalla Rosea.
Da lì il passaggio all’Ascoli a gennaio. Prima del salto in prima squadra, Jallow crescerà nella Primavera di Di Mascio, che ha perso col Milan martedì. Sulayman ha una forza d’animo straordinaria. Ha perso la mamma ad appena 7 anni ed è legatissimo a papà Abdullah. Si sentono ogni giorno: "Mi manca tantissimo, non c’è notte in cui non sogni il momento in cui potrò riabbracciarlo. Non lo vedo da quando ho lasciato il Gambia. Lui non voleva, ma è felice per me. Mi dice sempre di pregare prima delle partite per ricordare mia mamma, perché è grazie a lei se sono venuto al mondo".
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