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Periodi concitati per lo sport mondiale.
Giovanni Malagò, numero uno del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, ai microfoni de "Il Corriere della Sera", si è concesso ad un intervista a 360° sulla difficile decisione per l'Olimpiade di Tokyo e sullo sport italiano, sempre più in affanno e privo di un percorso futuro prestabilito a causa dell'emergenza sanitaria da Coronavirus, che dopo il focolaio a Wuhan, in Cina, ha messo in ginocchio l'intera Europa
TOKYO2020: "Ho tre chat, una con i futuri organizzatori dei Giochi (Parigi e Los Angeles, ndr), l’altra con i presidenti dei comitati olimpici, la terza con i membri del Cio. Rinviarla è stata la decisione più giusta. Decisione tardiva? Sono convinto del contrario e parlo con cognizione di causa. Le cose, viste da fuori, sono più facili e immediate di quanto lo siano nella realtà. Serviva dare un messaggio chiaro e univoco, tenendo conto di diverse situazioni. La posizione del governo giapponese, che controlla gli enti locali e il comitato organizzatore e gli aspetti contrattuali con le televisioni americane. E poi, bisognava fare i conti con il convitato di pietra, cioè il virus".
OMS: "In un certo senso ha rappresentato il virus, che nessuno conosce. L’Organizzazione mondiale della sanità ha rivestito un ruolo fondamentale: prima ci ha spiegato che i Giochi andavano rinviati e poi quali potevano essere i rischi di spostarli a ottobre. 2021 data giusta? Sì, con una formula geniale, aperta: dal primo gennaio all’estate. Questo significa che se nel prossimo autunno la situazione si normalizzerà, e l’Oms desse il via libera, l’Olimpiade si potrebbe fare a fine maggio o a inizio giugno, in condizioni climatiche favorevoli e senza dover stravolgere altri grandi avvenimenti (Mondiali di atletica e di nuoto per esempio, ndr) già in calendario".
FIGC: "Ho contatti frequenti con il presidente Gravina che mi tiene aggiornato su tutto e per questo lo ringrazio. È chiaro che stiamo parlando di un mondo a parte e mi riferisco alla serie A che deve affrontare situazioni economiche diverse da tutte le altre realtà. Credo che giocherà la sua partita e io non posso fare altro che rispettarla. L’organizzazione dei campionati per statuto spetta alla Figc che poi si affida alla Lega. Il calcio, come l’Olimpiade, deve fare i conti con il virus. L’agenda la detta il governo. E al momento non ci sono certezze. Ministro Spadafora? Lo ringrazio per la sua disponibilità e pazienza. Conosce le nostre problematiche e ascolta volentieri. Sono contento del rapporto che abbiamo stabilito".
FUTURO E FAMIGLIA: "Accetto con filosofia questa situazione surreale. Sto a casa e rispetto le prescrizioni. Ci vorrà tantissimo tempo per rimettersi in piedi e ci scopriremo diversi, vulnerabili, magari migliori. Dovremo imparare a vivere accettando la nostra precarietà. Mio papà ha 89 anni, mamma 84 e un po’ mi intristisco se penso che nessuno può andare a trovarli".
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