Parola a Luca Tabbiani. L'allenatore del Catania - in sede di conferenza stampa - ha commentato l'ultimo pareggio interno rimediato da Chiricò e compagni, contro il Latina di Giuseppe Fella (ex Palermo). Di seguito, le parole del mister rossazzurro:
SERIE C GIRONE C
Catania-Latina 1-1, Tabbiani: “Lettura del match non buona. Su passaggi e fischi…”
“La nostra lettura non è stata buona. In certi casi bisogna avere pazienza. Le squadre che giocano basse hanno in mente di ripartire in contropiede e fare male, quindi non devi mai perdere palla. Noi dobbiamo cercare di capire quale sia il modo migliore per cercare di vincere, anche a costo di ricevere qualche fischio quando c’è qualche passaggio in orizzontale.” Non solo però errori da questo punto di vista, ma anche una condizione fisica non delle migliori dei suoi. Sicuramente sono state pagate le 3 partite negli ultimi sette giorni, ma proprio per questo l’allenatore rossazzurro chiede maggiore maturità alla squadra: “Fisicamente non eravamo brillanti come altre volte. Con la palla al piede, molti errori sono nati dalla frenesia. Non avevamo uomini liberi se non dietro e nella fretta di verticalizzare abbiamo sbagliato. Dobbiamo lavorare nel muovere palla velocemente. Bisogna avere la serenità di trovare un buco, la soluzione va trovata con calma.” Nel finale poi si è visto quanto i padroni di casa volessero conquistare i 3 punti, con Tabbiani che ha chiuso davanti con la doppia punta Sarao-Di Carmine: “Sono due calciatori che possono giocare insieme. In quel momento sembrava stessimo spingendo tanto e ho voluto aggiungere presenza fisica in area. Solamente che poi ci siamo disuniti.“
“Ci siamo innervositi perché queste sono gare lente e bisogna avere pazienza. Più sbagli e più ti innervosisci. Questa partita ci deve fare capire che il mezzo per affrontare partite del genere non è quello di oggi. Dopo la partita con il Foggia, si è detto che i passaggi in orizzontale provocavano i fischi del pubblico ma si deve capire che noi dobbiamo fare quello che serve e non quello che in qualche caso si vuole.” Infine, una considerazione sul ritmo della partita, con Chiricò che è ancora una volta salito in cattedra nel finale: “I ritmi alti sono dati da due squadre. Se attacca solamente una è difficile. Chiricò è fortissimo ed è predisposto a prendere in mano la situazione nei momenti di difficoltà. Dovevamo cercare di trovare tanti spazi fuori e poi andare dentro.”
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