Catania non ci siamo. Altro giro, altro passo falso per la formazione etnea che contro gli 'universitari' del Fondi non va oltre ad un pareggio storico (in tutti i sensi) che apre la porta a punti interrogativi inquietanti. Dove può arrivare questa squadra? Qual è la vera identità del Catania? Qual è il gioco che vuole esprimete il tecnico? Tante questioni lasciate in sospeso che dopo sei giornate (non tante, ma neanche pochissime) rischiano di creare un solco incolmabile rispetto ai primi posti della classifica.
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Catania-Fondi 1-1 Editoriale: le partite aumentano, il Catania non cambia…
Un pareggio amaro per il Catania che con il Fondi amplifica i punti interrogativi intravisti già nelle prime giornate.
Ciò che stupisce nell'analisi del recupero di mercoledì sera è stata l'incapacità dei padroni di casa di sfruttare la rete siglata da Fornito per incanalare la partita in discesa. Dopo il vantaggio, in realtà, i rossazzurri si sono seduti, senza giocare e limitandosi ad osservare il possesso palla ben orchestrato degli avversari. Dai, due due e dai tre volte, alla fine il Fondi non si è fatto pregare e la rete del pari di Tiscione ha fatto sprofondare il Catania nella sua incompiutezza.
Fattore mentale determinante dunque, insieme però anche ad un gioco che stenta a venire a galla e ad un attacco quantomai inconsistente. Calil e Paolucci non sembrano riuscire ad impensierire nessuno, Russotto è entrato nella ripresa, ma solo per dispensare spintoni a destra e a manca, e Di Grazia dopo aver dato tutto, nella ripresa era ormai alla canna del gas. Insomma così non va e la cosa preoccupante è che non sembrano esserci sintomi di reazione.
I numeri impietosi, del resto, testimoniano questo momento difficile. Una vittoria in cinque gare, sette punti ottenuti sui diciotto a disposizione con una media da zona retrocessione; se poi aggiungiamo il dato relativo alle reti: cinque in sei partite ma tre siglate in un solo match, la sensazione è che siamo ale solite. Sì il solito Catania impalpabile, la solita zona retrocessione a tenerci compagnia, ed il solito nervosismo sfociato dal 75' in poi in un 'non gioco' che ha fatto felice gli ospiti.
Insomma tanti problemi con poche attenuanti. A differenza dello scorso anno, quest'estate il ritiro è stato fatto, il mercato è stato chiuso in tempo e la società sta onorando qualsiasi forma di pagamento. Non ci sono scuse, il Catania è partito male per demeriti oggettivi, ma adesso deve reagire immediatamente su un campo a dir poco ostico come quello di Taranto. Difficile pensare a proclami e a un ottimismo dilagante: la piazza è stanca e il tempo continua a trascorrere inesorabilmente.
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