catania

Catania-Benevento 1-3: la flessione continua…

Periodo di flessione superato? Sembra proprio di no. La vittoria rimediata sabato scorso contro la Lupa doveva rappresentare la scossa decisiva per dare il via a un filotto vincente fino a Natale, ed invece si è rivelato un fuoco di paglia breve...

Redazione

Periodo di flessione superato? Sembra proprio di no. La vittoria rimediata sabato scorso contro la Lupa doveva rappresentare la scossa decisiva per dare il via a un filotto vincente fino a Natale, ed invece si è rivelato un fuoco di paglia breve e poco intenso. La prova del nove contro il Benevento ha dato un verdetto negativo, con gli etnei incapaci di esprimersi in fase offensiva e assolutamente inconsistenti in quella difensiva, cadendo sotto i colpi di un avversario organizzato e volitivo. "La prima partita sbagliata dall'inizio dell'anno", secondo Pancaro, lo stesso approccio delle gare contro Foggia e Akragas, secondo molti, visto che i rossazzurri non riescono più a vincere al Massimino e soprattutto non sembrano più in grado di sopraffare gli avversari.

Un dato è certo, il Catania non riesce a vincere contro le prime della classe. Gli etnei infatti negli scontri con le squadre che stazionano in graduatoria dal primo al sesto posto hanno ottenuto appena quattro punti, frutto di altrettanti pareggi, siglando appena una rete (quella di Nunzella contro il Benevento) e subendone addirittura cinque. I numeri ancora una volta parlano in maniera chiara e forse sincera: il Catania non è in grado di imporsi contro le squadre più organizzate del girone. Un peccato se pensiamo al potenziale della formazione rossazzurra, ma una realtà inevitabile viste le problematiche di inizio anno.

Se è vero che la sconfitta di sabato ha causato delusione e frustrazione nei tifosi etnei, reduci da due anni di umiliazioni e sofferenze, è altrettanto innegabile che le colpe del passato non possono ricadere su questo gruppo. La rosa attuale ha attenuanti non indifferenti e nonostante ciò il rendimento è da prime delle classe. Purtroppo però è impossibile negare che attualmente un problema c'è. Il Catania non è più la squadra incontenibile di inizio stagione e la condizione fisica inizia a pagare lo scotto dello sforzo iniziale.

Analizzando le cause della sconfitta di sabato non si può tralasciare la sensazione di impotenza vedendo una formazione in superiorità numerica incapace di creare alcun pericolo al portiere avversario. La gamba è venuta meno, come sono venute meno le idee in mediana. Musacci, Agazzi e Scarsella giocano insieme ormai da diverse partite, ma il feeling non sembra essere cresciuto, visto che con il Benevento è servito il pallottoliere per contare i palloni persi dai due play maker, e le incursioni dell'ex Vigor Lamezia sono apparse sterili e prevedibili. A rendere ancor più disastrosa la prestazione della mediana ci ha pensato poi la fase di non possesso, con i tre giocatori incapaci di garantire un minimo filtro davanti la difesa.

Insomma tanti errori, poca personalità, poca benzina e un rapporto con i tifosi che inizia ad incrinarsi. I fischi a fine gara, per certi versi ingiusti, sintetizzano il concetto secondo cui il Catania non può permettersi di sbagliare; non tanto per l'obiettivo dichiarato (la salvezza), quanto per le aspettative della piazza (promozione). Una diatriba che deve trovare un esito comunque positivo, magari con la rassegnazione, per quest'anno, da parte dei supporter, in attesa poi della vera cavalcata nel corso della prossima stagione. Sta di fatto, però, che adesso il clima è caldo, che i tifosi esigono subito una reazione, che per la prima volta i visi dei giocatori sono provati, che Pancaro sembra essere in difficoltà. Che non sia arrivato il momento di sentire la voce della dirigenza per chiarire la situazione e gettare acqua sul fuoco?