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Benevento-Catania 1-0: la voglia c’è, il risultato ancora no..

‘A testa alta’. Dopo la gara di Benevento è stata questa la frase messa in bella mostra da giornali, siti e organi di informazione; una frase che può voler dire speranza, orgoglio e mite soddisfazione, ma anche frustrazione,...

Redazione

'A testa alta'. Dopo la gara di Benevento è stata questa la frase messa in bella mostra da giornali, siti e organi di informazione; una frase che può voler dire speranza, orgoglio e mite soddisfazione, ma anche frustrazione, impotenza e totale ridimensionamento. Partiamo dalla prima accezione, quella positiva. E' vero il Catania visto contro la capolista ha venduto cara la pelle, ha imparato la lezione di Foggia ed è sceso in campo con la determinazione e la cattiveria degne di una squadra in piena lotta retrocessione.

Russotto e compagni hanno finalmente offerto quella prestazione gagliarda che forse mancava dall'inizio del 2016, dimostrando apertura al sacrificio e soprattutto volontà di seguire con attenzione le indicazioni del tecnico. Abnegazione: è questa la parola un po' osoleta ma finalmente pronta per essere rispolverata, e se ad essa avessimo potuto aggiungere un'altra parolina "cinismo", forse oggi staremmo parlando dell'impresa degli etnei sul campo del Benevento.

Adesso passiamo alle note dolenti. Oggi il limite del Catania è ormai ben noto: per fare punti con una squadra, con tutto il rispetto, come il Benevento è necessario fare catenaccio e chiudersi ermeticamente davanti la propria porta. 6-2-2 in fase di non possesso per poi tentare in ripartenza di sfruttare la velocità di Russotto e Calderini per tagliare in due il centrocampo avversario. Per carità tutto giusto e solamente elogi per le scelte di Moriero, però è impossibile arginare un pensiero, un ricordo. Il blasone del Catania oggi non esiste, il 'piccolo Barcellona' è un lontanissimo ricordo, e gioire per un punto conquistato sul campo del Benevento sembra un sentimento maledettamente normale.

Piedi per terra però e via le dietrologie e gli amarcord. A quattro giornate dalla fine l'unica parola d'ordine è umiltà e realismo. E' per questo motivo che la prestazione di Benevento, nonostante il risultato, può far ben sperare per la chiusura del campionato e soprattutto per la prossima, decisiva gara casalinga contro il Melfi. Domenica prossima gli etnei si giocheranno gran parte delle loro possibilità di salvezza per poi chiudere con Paganese e Fidelis Andria, con la consapevolezza che due vittorie al Massimino potrebbero bastare per garantire la permanenza in Lega Pro.