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Palermo: un mese dopo la salvezza. Cosa è cambiato e cosa è rimasto identico

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A cambiare dunque sarà anche l'età media della squadra che verrà notevolmente abbassata: non si dovranno fare più i conti con i 37 anni di Sorrentino o i 36 di Maresca. Si proseguirà con la linea verde, fatta di talenti da scoprire e scommesse da vincere. Una, intanto, è già stata persa. Uros Djurdjevic non sarà più un calciatore del Palermo: bocciato da Zamparini (che lo reputava più forte di Belotti), la partenza del serbo è destinata a non far neanche troppo rumore. Il caso Djurdjevic, tuttavia, potrebbe aver insegnato poco: i salti nel vuoto, per intenderci, potrebbero non essere terminati, i tifosi del Barbera assisteranno ancora ad esperimenti atti a creare plusvalenze. Per limitare il margine d'errore nell'individuazione dei giovani validi, Zamparini ha dunque deciso di tornare ad avvalersi della collaborazione di Rino Foschi. Qui arriviamo al secondo cambiamento. Migliorativo o peggiorativo? Se è vero che il dirigente romagnolo dovrà distribuire le energie tra Palermo e Cesena (dove continuerà a svolgere le mansioni da consulente esterno), è anche vero che, rispetto ai suoi predecessori (Gerolin e Ceravolo, per fare due nomi), Foschi incarna meglio le caratteristiche del ds propriamente detto. Ha esperienza, il curriculum parla per lui, presto compirà 70 anni e conosce a menadito sia Zamparini che la realtà palermitana. Non vuole deludere le attese della piazza (che non intende vivere una stagione "particolare" come quella passata) e si augura di allestire un organico all'altezza (già un mese - di immobilismo quasi totale - fa parte del passato). Due le certezze: difficile riuscire a rimpiazzare adeguatamente i partenti (Sorrentino sarà sostituito da Posavec); il budget messo a disposizione da Zamparini è abbastanza ridotto. Foschi dovrà fare un piccolo miracolo.