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Palermo, ex calciatore Sporting Tommaso Natale: “Cacciato via da bar perché nero”

Palermo, ex calciatore Sporting Tommaso Natale: “Cacciato via da bar perché nero”

L'episodio si è verificato in un bar del centro storico di Palermo, a due passi dal Teatro Massimo. Il giovane si è sfogato su Facebook

Mediagol0

"Mi sento sdegnato dopo che ho vissuto in questa città per tanti anni e quello che ho fatto per questa città, grazie".

A scrivere queste parole è stato Yacoub Said, giovane ventenne originario del Camerun, che ha consegnato il suo sfogo a Facebook dopo essere stato cacciato via da un bar del centro storico di Palermo.

"Non mi è mai piaciuto scrivere le mie cose su Facebook, ma vorrei approfittare di questo momento per denunciare un atto di discriminazione razziale o il razzismo nei miei confronti e nei confronti di chi subisce e non parla mai è ora di dire basta - spiega il ragazzo - Sono stato cacciato fuori da un bar a Palermo perché sono nero e un nero non si può permettere di sedersi perché secondo il Signore tutti i neri sono dei mendicanti che chiedono l'elemosina".

E' stata proprio la passione per il calcio a portare Yacob in Italia: "Ho giocato in diverse squadre, poi quattro anni fa sono arrivato a Palermo e ho deciso di restarci - ha detto intervistato dall'agenzia Adnkronos - L'anno scorso ho smesso con il pallone, mi sono diplomato e quest'anno mi sono iscritto all'Università al corso di laurea di Scienze del Turismo". Nel cuore dell'ex giocatore dello Sporting Tommaso Natale di Giacomo Tedesco è rimasta soprattutto la passione per il Palermo e i colori rosanero.

 Yacoub Said insieme a Giacomo Tedesco

"E' accaduto qualche giorno fa - ricorda Yacoub - i miei amici, tutti ragazzi italiani, erano seduti al bar e avevano già consumato. Io li stavo raggiungendo per chiacchierare un po' e prendere un caffè, ma appena sono arrivato ho sentito una voce alle spalle che mi ha detto: 'Esci'. Mi sono girato e ho chiesto: 'Sta parlando con me?', 'Sì, deve uscire' mi è stato risposto. Mi sono avvicinato al cameriere e ho chiesto spiegazioni ed è stato allora che mi è stato detto: 'Perché c'è gente che viene qui a chiedere l'elemosina'". Ho raggiunto i miei amici e ho detto loro: 'I neri non possono entrare in questo bar perché sono tutti mendicanti, quindi se vogliamo continuare a parlare dobbiamo uscire'. A quel punto i titolari del bar mi hanno chiesto scusa e avrebbero voluto offrire la consumazione ai miei amici, ma io mi sono impuntato, ho pagato e sono uscito".

 Yacoub Said nella sala stampa dello stadio "Renzo Barbera"

"Ho girato tutta l'Italia e Palermo è una delle città più accoglienti e calorose del Paese. Qui tutti sono amici di tutti ed è anche per questo che questa città mi è piaciuta e ho deciso di restarci. Qui mi sento a casa e non ho mai avuto nessun problema. Palermo non è una città razzista, i palermitani sono persone di cuore, ma c'è sempre qualcuno, uno o due persone, che possono avere questi atteggiamenti. E' una questione di ignoranza, di non conoscenza del diverso".

"Qui sono cresciuto, ho costruito amicizie e ho ricevuto tanto calore umano - conclude - Non voglio scappare, sarebbe inutile. Bisogna, invece, restare e cercare di cambiare le cose, contribuire a modificare la mentalità della gente, battere la paura del diverso che spesso nasce solo dall'ignoranza e dalla mancanza di conoscenza. Insieme ai miei amici ho creato un'associazione 'Arte Migrante', un punto di incontro tra gente di tutto il mondo".

Di episodi simili non era mai stato vittima, anche se, ammette, "mi è successo salendo sui mezzi pubblici di essere indicato e di sentire la gente dire: 'Vengono qui, si prendono 35 euro al giorno e ci rubano il lavoro, le donne, le case'. Non ho mai risposto. Inutile rispondere agli ignoranti, prima di parlare dovrebbero informarsi bene, ma spesso parlano per scaricare i propri problemi sui più deboli". Ma una cosa è un mezzo pubblico, per Yacoub un'altra è un bar in pieno centro: "Se hai un'attività commerciale non ti puoi comportare in questo modo. Non ho nulla contro il proprietario del locale, ma penso che dovrebbe formare adeguatamente il suo personale che con me si è comportato malissimo".

 Insieme a Carlos Embalo, ex giocatore del Palermo

Il gestore del bar però respinge le accuse e parla di un malinteso: "Ci dispiace per quello che è accaduto, ma noi non siamo razzisti - ha detto all'Adnkronos - Il cameriere ha fatto allontanare il ragazzo nero perché pensava che fosse un mendicante, o un vucumprà che voleva vendere della merce ai clienti. Solo dopo abbiamo capito che era un cliente. Siamo davvero dispiaciuti per questa vicenda. Forse il ragazzo che serve ai tavoli si è espresso male, lo ha scambiato sicuramente per un venditore di cianfrusaglie. Ma niente di che. Non ha mica alzato la voce. Lo ha semplicemente invitato ad allontanarsi, ma non perché è nero. Sia chiaro. Non c'è niente di tutto questo".