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Editoriale: Catania imbattuto. Adesso può riscrivere il suo campionato

Dieci punti conquistati in quattro gare; sette gol fatti e tre subiti; e soprattutto un ruolino esterno da grande squadra. Il Catania torna da Lecce con un punto prezioso più per il morale che per la classifica, frutto di determinazione e...

Redazione

Dieci punti conquistati in quattro gare; sette gol fatti e tre subiti; e soprattutto un ruolino esterno da grande squadra. Il Catania torna da Lecce con un punto prezioso più per il morale che per la classifica, frutto di determinazione e temperamento, nonostante un gioco meno spumeggiante rispetto alle altre uscite. Cresce dunque la consapevolezza di una squadra allestita in fretta e furia, ma capace di tenere testa alla corazzata Lecce che, seppur orfana dei suoi due bomber Curiale e Moscardelli, ha dimostrato di poter realmente essere una candidata per la promozione finale.

Una partita non entusiasmante quella disputata dagli etnei che non hanno espresso la stessa qualità di fraseggio vista nelle ultime uscite, causa di una condizione fisica forse in calo, ma soprattutto dei meriti degli avversari. Dopo i primi venti minuti in cui Castiglia e compagni hanno gestito i ritmi costringendo gli avversari nella propria trequarti, i salentini hanno avanzato il proprio baricentro impostando un pressing altissimo (addirittura a partire dalla rimessa dal fondo) e cercando la superiorità soprattutto sull'out di destra con Doumbia. Unico limite dei giallorossi è sembrato proprio l'assenza di un bomber di peso in area di rigore capace di trasformare in rete i numerosi cross scodellati dal fondo.

Tatticamente stavolta qualche scelta di Pancaro è sembrata rivedibile. Il 4-3-3 degli etnei ha sofferto la superiorità numerica in mediana creata da Asta, con il 4-2-3-1 che ha consentito ai padroni di casa di superare il leggero argine composto da Castiglia, Musacci e Scarsella. Oltre ad una mediana deficitaria, qualche dubbio è stato provocato anche dalla catena di destra. Il trio Parisi-Scarsella-Di Grazia sembra non essere adatto quando la partita si disputa sui binari della sofferenza e della fase di non possesso. Grande propulsione offensiva, ma difensivamente gli etnei hanno sofferto eccessivamente la velocità di Doumbia e l'abilità di svariare su tutta la trequarti di Surraco. Da elogiare, invece, come sempre le decisioni a partita in corso, con gli ingressi di Falcone e Agazzi che hanno dato ossigeno alla difesa consentendo al Catania di affacciarsi nuovamente dalle parti di Perucchini.

Insomma un passo indietro forse per certi aspetti, ma cento passi in avanti per altri, perché il Catania mette in cascina il primo punto della sua classifica e soprattutto rimane ancora imbattuto. Merito in questo caso soprattutto del pacchetto di centrali difensivi; Pelagatti e Bergamelli stanno convincendo Pancaro, ed anche la prestazione di sabato è stata l'emblema della concentrazione e dell'esperienza che i due giocatori avevano messo in mostra anche nelle precedenti uscite. Adesso giusto cavalcare l'onda dell'entusiasmo perché il Catania tornerà nuovamente in campo mercoledì contro il Cosenza e poi domenica col Catanzaro. Un doppio incontro da disputare al Massimino e da sfruttare in pieno perché immaginate come potrebbe cambiare il campionato degli etnei se dovessero arrivare due vittorie: sei partite senza sconfitte, cinque vittorie e sedici punti conquistati. Fantasticherie forse, ma quando la ruota gira dal verso giusto qualunque cosa diventa possibile...