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Catania-Akragas 1-1: calo fisiologico o problemi più profondi?

Qualcosa è cambiato. Il Catania non ha più vita facile in Lega Pro, e questo è un dato di fatto come lo è del resto la flessione tra campionato e coppa con la terza sconfitta maturata nelle ultime cinque gare disputate. Un inevitabile calo...

Redazione

Qualcosa è cambiato. Il Catania non ha più vita facile in Lega Pro, e questo è un dato di fatto come lo è del resto la flessione tra campionato e coppa con la terza sconfitta maturata nelle ultime cinque gare disputate. Un inevitabile calo fisiologico in un campionato tormentato a causa delle vicende estive, o un problema di natura tecnico-tattica? E' questa la domanda che oggi si pongono tifosi e addetti ai lavori, in un clima di attesa per capire dove sia finito il Catania brillante e spumeggiante delle prime giornate. Anche ieri gli etnei per oltre sessanta minuti hanno palesato limiti nella manovra e nei meccanismi che ormai sembravano essere totalmente oleati, affidandosi unicamente ai lanci lunghi e alle iniziative dei singoli.

Dopo un inizio di annata straripante, probabilmente era ipotizzabile assistere ad un momento di difficoltà, magari coinciso con i primi infortuni, ma la sensazione è che sia un po' presto per pensare ad una condizione lacunosa. Più che un calo generale (visto che all'ottantesimo i rossazzurri erano ancora costantemente in proiezione offensiva) le difficoltà sembrano essere soprattutto di alcuni singoli, difetti che poi si ripercuotono su interi reparti. Partendo dalla difesa, paradossale è la statistica relativa ai gol subiti. Gli undici gol al passivo rappresentano la quinta peggior difesa del campionato, dato reso ancor più preoccupante viste le sei gare consecutive in cui il Catania non è riuscito a mantenere la porta inviolata.

Se la fase di non possesso registra numeri preoccupanti, altrettanto evidente è l'involuzione espressa in proiezione avanzata. La mediana può vantare l'alibi delle assenze, con gli infortuni di Castiglia e Musacci a limitare le scelte di Pancaro (è anche vero però che i sostituti non hanno garantito continuità); mentre in avanti sembra essere avvenuta un'involuzione sugli esterni. Nelle ultime gare Russotto e Calderini non hanno inciso, e soprattutto a tratti hanno manifestato un'eccessiva testardaggine nel tentare il dribbling a tutti i costi, finendo per imbottigliarsi tra le maglie avversarie.

Per carità, senza penalizzazione il Catania occuperebbe il terzo posto della graduatoria in coabitazione col Foggia, quindi è difficile muovere critiche in toto a Calil e compagni, ma sicuramente è doveroso analizzare un momento in cui non tutto gira come dovrebbe, in primis l'extra campo con i due punti di penalizzazione inflitti la scorsa settimana. All'orizzonte poi il Catania intravede un altro scoglio impervio, il Messina di Di Napoli che ha dimostrato grande solidità e inbattibilità fra le mura amiche. Una prova per Pancaro che dovrà trovare una contromisura agli antidoti trovati dai suoi colleghi avversari di turno, e che soprattutto dovrà fare quadrato con i suoi uomini e superare il primo vero momento buio dell'anno per evitare che possa trasformarsi in un tunnel.