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Legrottaglie e la nuova Samp: “Non regaliamo illusioni. Favorite? Palermo e…”

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"La proprietà è seria e vuole fare qualcosa di bello, ma non siamo la squadra che può dominare il campionato", le parole del direttore tecnico della Sampdoria.
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"Stiamo costruendo le fondamenta, le vogliamo solide e ben radicate. Professionalità e determinazione non mancano, in un lavoro comunque faticoso. Devi trovare le giuste sinergie tra tutte le aree, molte delle quali, quando siamo arrivati, sfiduciate. Con la fiducia si ottengono risultati impossibili. Abbiamo cercato di rimettere tutte le aree a posto, partiamo sempre dalle persone, poi viene la competenza. Non vogliamo individualismi, privilegeremo sempre il lavoro di squadra". Così Nicola Legrottaglie, intervistato ai microfoni de "La Repubblica". Diversi i temi trattati dal direttore tecnico della Sampdoria: dagli obiettivi della squadra di Andrea Pirlo, tra le retrocesse dalla Serie A alla B, alle favorite per la promozione. Ma non solo...

"Non siamo la squadra che può dominare il campionato, possiamo toglierci delle soddisfazioni. Venezia, Palermo, Parma, Bari sono le favorite, hanno già lavorato lo scorso anno con lo stesso tecnico e si sono ulteriormente rinforzate, occorre essere realisti. Vialli, Mancini, Cassano hanno fatto la storia, è giusto essere legati ai ricordi, ma ora il contesto è diverso e i tifosi sono consapevoli. E’ difficile ripetere il passato, dobbiamo essere noi stessi, con una nostra identità", le sue parole.

I TIFOSI -"Vogliamo portare famiglie allo stadio, creare affidabilità, dare gioia: i tifosi sono un grande riferimento. Non hanno mai smesso di cantare, di essere fedeli e questo ci ha dato tanta carica. Ho avuto la possibilità di parlare con chi organizza lo spettacolo allo stadio e mi ha fatto capire impegno e sacrificio. Ho apprezzato molto che comprendano la situazione e non pretendano nulla. Ci hanno detto che staranno sempre dalla parte della Sampdoria. Sono il nostro cuore e possono creare un incredibile entusiasmo".

RUOLO -"Non sapevo come avrei reagito al cambio di ruolo. Ho un grande vantaggio, 25 anni in uno spogliatoio, ho già rivestito tanti ruoli. Da calciatore mi piaceva intervenire per il benessere dei compagni. Nella Juve notai che serviva un rinnovamento. Andai dal dottor Agricola, responsabile dell’area medica, e gli chiesi qualcosa per creare un entusiasmo nuovo nel lavoro quotidiano. Da allenatore ho approfondito le dinamiche tecnico-tattiche, mi confronto giornalmente con Andrea Mancini, pur non essendo un direttore sportivo. Mi trovo bene. La vita è fatta di relazioni, avere a che fare con tante persone però può essere complicato. Arrivo alla sera svuotato, ma contento. Presto avremo un amministratore delegato per controllare il budget, mi aiuterà a lavorare meglio. Quando smetti di dare conto a qualcuno vuol dire che stai morendo, ho sempre avuto questa convinzione".

SU RADRIZZANI -"Abbiamo un legame di amicizia che rimane distinto dagli aspetti professionali. E’ un ragazzo umile, grande cuore e grande passione. Decisionista. Ora è il mio mentore per questo business, mi ha insegnato già tanto. Imprenditore che sa costruire e gestire dinamiche complesse. Lungimirante, riesce a prevedere le cose in anticipo. A livello personale, ha un rapporto meraviglioso con suo figlio Sami, è uno di noi, è un ragazzo di strada. Non mette in soggezione. In ritiro dai tifosi si faceva chiamare Andrea, non presidente. In Inghilterra mi parlava sempre della Sampdoria. Nel Leeds vedeva la Samp, l’entusiasmo dei tifosi, la tradizione. Desiderava acquisire questo club, ha coronato un sogno che aveva nel cuore".

PIRLO -"Pirlo? Siamo stati anni insieme. Molto umile, alla mano. Non è espansivo, parla poco ma sa dove vuole andare. In un mese e mezzo vedo le sue idee applicate dai giocatori. Il gruppo lavora bene, in un ambiente sereno. Con questo clima sapremo fare il massimo. E’ certamente un problema non poter lavorare subito con i 22 ragazzi che avrai durante il campionato. Abbiamo dovuto sacrificare degli elementi, come Gabbiadini, per esigenze non tecniche e capiterà ancora. Siamo limitati dai vincoli come indice di liquidità e salary cup".

OBIETTIVI -"Con il Sudtirol abbiamo messo in difficoltà una squadra tosta, arrivata lo scorso anno ai playoff. I segnali sono positivi, ma siamo consci delle difficoltà. Non abbiamo fretta. A Marassi ci aspettiamo di giocare sempre in dodici. Siamo la Samp, la maglia più bella del mondo, i giocatori hanno capito che devono bagnarla di sudore. E’ bello però giocare davanti alla nostra gente. La proprietà è seria e vuole fare qualcosa di bello. Ci riuscirà, ma non vogliamo regalare illusioni. Radrizzani avrebbe preferito muoversi più liberamente, ma dobbiamo rispettare certi parametri. Dopo un quasi fallimento, partire a razzo avrebbe creato difficoltà, bisogna fare i passi in modo graduale".

MERCATO -"Ci possiamo giocare la partita con tutti, ma abbiamo dei limiti in alcuni ruoli e a gara in corso ci mancano soluzioni per cambiare l’inerzia. Borini sposta gli equilibri, Pedrola farà vedere cose ottime. Servirebbero un paio di ritocchi, un difensore centrale, un attaccante. Bisogna fare i conti con la concorrenza. Con Abrego sembrava fatta ed è andato a Cremona, Ferrari non si è ancora sbloccato, Pellegrino piace a tanti, per Baniya e Mbuyamba abbiamo fatto di tutto, ma non siamo riusciti a chiudere l’intesa. Murru? Avevo già avuto Murru a Cagliari e penso che abbia tutte le caratteristiche per essere un ottimo difensore centrale. Deve solo restare concentrato", ha concluso.

 

 

 

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