Ventidue punti e quarto posto in classifica in coabitazione con la Cremonese. Il Modena di Paolo Bianco è certamente ima delle realtà più interessanti di questa prima parte di stagione in Serie B. Canarini ad una sola lunghezza dal Palermo di Corini, terzo in classifica e capace di espugnare il Braglia grazie alle firme di Henderson e Mancuso. Quella fu l'ultima prova davvero convincente della compagine rosanero, poi precipitata in una crisi di gioco e risultati che ne ha frenato l'ascesa. L'ex centrocampista della Ternana non perde fiducia ed ottimismo sulle prospettive della sua squadra, nonostante la sconfitta interna contro la Sampdoria prima della sosta del torneo cadetto per gli impegni delle Nazionali. Ora il Modena è atteso dal suggestivo e probante derby emiliano contro la capolista Parma, in programma sabato prossimo al Tardini. Di seguito le sue dichiarazioni rilasciate nel corso di un'intervista a "La Gazzetta dello Sport".
SERIE B
Modena, Palumbo: “Vogliamo la A, Ternana mi ha cambiato vita. Tecnici in Serie B…”
"Contro la Sampdoria abbiamo perso una partita troppo nervosa, con tanti errori tecnici: sconfitta meritata. Ma il percorso è giusto, dobbiamo riprendere da dove avevamo lasciato, la vittoria di Catanzaro. Nonostante abbia perso a Lecco, il Parma continua a essere la favorita. È una squadra forte, sono insieme da qualche anno e si vede che adesso hanno trovato la quadra giusta. Anche se il campionato è lungo. Ci sono sempre più allenatori giovani e propositivi, che non fanno calcoli, anche fuori casa scendono sempre in campo per vincere. Poi ci sono tanti ragazzi giovani e spregiudicati che pensano solo a vincere le partite. Così ne beneficia anche lo spettacolo. Nessun allenatore si priverebbe di giocatori bravi, a prescindere dalla nazionalità e dall’età. Se un giovane italiano è forte bisogna farlo giocare, altrimenti no. L’importante è che mi faccia giocare. Bianco mi chiede di fare ciò che so, ma i risultati vengono perché ci mette sempre nelle migliori condizioni quando scendiamo in campo. È un ottimo allenatore. Gli piace giocare, essere propositivo, ma vuole anche pressare l’avversario, non permettergli di giocare. Un mix di bel gioco e spirito di sacrificio. È stato bravo a rubare qualcosa ad entrambi i suoi maestri. Pensiamo un passo alla volta, tanto bisogna prima passare dalla salvezza. Poi si vedrà. Sono nato a Scampia e da piccolo ci siamo trasferiti proprio a Modena un paio d’anni. Da bambino avevo fatto un provino al Napoli che non andò bene. A 16 anni mi allenavo alla Mariano Keller, una delle migliori scuole calcio di Napoli, ma preferivo giocare con gli amici sotto al palazzo. Quando pensavo a tutto tranne che a fare il calciatore, è arrivata la Ternana e da lì è cambiata la mia vita. Un grazie va a Luca Leone, il mio direttore sportivo a Terni che ha sempre creduto in me veramente. È una delle poche persone a cui devo tutto, dal punto di vista calcistico e umano. Tutto quello che ho passato mi ha aiutato ad arrivare fin qui. Un sogno sì invece, quello di giocare in Serie A. Spero di realizzarlo magari col Modena".
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