SERIE B

Focus Palermo, rosa e nero nell’era Corini: dati, criticità e voglia di ritrovarsi

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Chiaramente il campionato di Serie B è solito offrire spettacoli tendenzialmente non di altissimo lignaggio - allo stesso tempo - c'è da dire che il livello della rosa del Palermo, per gamma e qualità di opzioni e cifra tecnica complessiva, alza e non di poco l'asticella delle aspettative. I risultati sono importanti, soprattutto se raccolti con una certa continuità. Cosa mancata ai siciliani nelle ultime settimane (un pareggio, 3 sconfittee una vittoria). Per questo motivo Brunori e compagni, tra i principali candidati alla promozione in A nei pronostici della vigilia, dovrebbero essere sostenuti da un impianto di gioco tangibile e accompagnati da una maggiore indole propositiva. Schiacciante supremazia territoriale, trame codificate, coralità e audacia nel Corini 2.0 si sono intravisti solo a sprazzi e difficilmente corroborati da continuità ed alto indice di realizzazione.

Nessuno vuole dire che fare la partita sempre e comunque sia sinonimo di vittoria, ma un certo tipo di calcio espresso, aiuterebbe questa squadra a migliorare settimana dopo settimana. Talenti come RobertoInsigne e Federico Di Francesco dovrebbero certamente alzare il livello di rendimento ed incidere fattivamente, in sede di rifinitura e finalizzazione, con giocate decisive. D'altro canto, è inequivocabile il fatto che vadano serviti di più e meglio. Sulla carta, un centrocampo che presenta tutte queste variabili in termini di qualità, fisicità e dinamismo, dovrebbe garantire ritmo, intensità e geometrie di prim'ordine per gli standard medi della categoria. Da Henderson e Vasic, passando per Segre e Coulibaly fino a Stulac e Gomes.  Profili complementari, potenzialmente sinergici e dal background rimarchevole, che dovrebbero comporre un reparto performante sia in sede di impostazione ed inserimento offensivo, sia di pressing che di schermatura. Creatività, fosforo ed equilibrio sono spesso venuti meno in zona nevralgica, generando un riverbero negativo sugli altri comparti della squadra. Centrocampo che ha alle spalle una retroguardia solida e strutturate nel cuore pulsante composto dai centrali Lucioni e Ceccaroni, ma che fa obiettivamente fatica in sede di spinta e copertura su entrambi i versanti con i laterali bassi. Mateju e Buttaro da una parte, Lund e Aurelio dall'altra, per ragioni e peculiarità diverse, non hanno finché garantito un rendimento conforme alle ambizioni di una squadra che punta a primeggiare nel torneo cadetto.

Il pareggio in rimonta contro lo Spezia (momento in cui cominciano a mancare irisultati) è stato l'ultimo segnale di tangibile vitalità mentale, agonistica ed atletica prima della parabola discendente imboccata dalla squadra rosanero. Dopo aver subito per molto tempo le trame della squadra di Alvini, il Palermo ha mostrato attributi e carattere, rimediando ad un doppio svantaggio con una seconda parte di ripresa arrembante ed incisiva. I successi di Modena, Ascoli e Reggio Emilia sono tre indizi esplicativi che fanno più di una prova delle prerogative preponderanti che caratterizzano morfologia e idea di calcio del Palermo targato Corini, poco emozionante e priva di protagonismo, dentro un campionato che negli ultimi anni ha smesso di premiare il più pragmatico (vedi Lecce e Frosinone).

Da lodare la prova in casa del Venezia e quella al cospetto della Feralpisalò, dove (soprattutto in quest'ultima) un Palermo autorevole, intenso e più propositivo ha recitato da big designata, costruita per vincere ed in grado di fare la partita. Canovaccio ricalcato con meno incisività e brillantezza nel match equilibrato contro un Cosenza capace di espugnare il Barbera con una prodezza balistica in extremis di Canotto. Segnali di carattere e attributi nel successo conquistato in rimonta contro il SudTirol, firmato dal gol del sorpasso di Aurelio. Contro Lecco il Palermo ha provato a farsi bello e baldanzoso, costruendo, rischiando e creando molto, sbattendo sui legni ed un grande Melgrati, ma perdendo clamorosamente distanze ed equilibri in fase di non possesso. In casa della Sampdoria la prova offerta è stata davvero troppo piatta e remissiva per oltre un'ora, la reazione confusa ma d'orgoglio nell'ultimo quarto di match, con la solita zampata di uno tra Mancuso e Soleri, poteva valere un pareggio che sarebbe stato stretto alla squadra di Pirlo per larghi tratti padrona del campo. Brescia e Cittadella (le ultime avversarie), tre punti da una parte, nessuno dall'altra. Sommate, fanno due partite dal punto di vista prestazionale, oggettivamente scadenti, che hanno (quasi definitivamente) aperto una crisi evidente, mentale e prestazionale, che deve sollecitamente trovare rimedio se non si vuole perdere contatto dalla zona che conta.

Al rientro dalla sosta, dove si affronterà la Ternana di Roberto Breda - nel match valido per la 14a giornata di Serie B - il Palermo dovrà dare risposte immediate sul campo. Riscontri forti, veementi e tangibili. Almeno in termini di atteggiamento, intensità e qualità della prestazione.

 

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