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Delio Rossi-Mediagol: “Palermo-Inter e quell’onda rosa all’Olimpico. Vi racconto la mia finale. Ilicic mi faceva arrabbiare, Pastore e Abel…”

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"Il segreto del mio Palermo? Al netto di allenatori e calciatori, credo che la differenza la faccia sempre la società. Casi di club come Atalanta, Chievo ed Empoli, in cui molti tecnici hanno sempre fatto bene negli anni, nonostante cambiassero obiettivi ed organico, ti danno la misura di quanto solidità e filosofia del club costituiscano un valore aggiunto decisivo.  A Palermo ho avuto la fortuna di trovare un team di professionisti eccellenti, ognuno per le proprie mansioni e competenze. Io e Walter Sabatini lavoravamo con grande sinergia e convergenza di pensiero. Non gli davo mai dei nomi di calciatori specifici da ingaggiare sul mercato, mi limitavo ad indicargli peculiarità e caratteristiche in relazione alla mia tipologia di gioco. Lui ha una sensibilità e competenza calcistica sconfinate, riusciva sempre a fiutare il talento ed individuare il profilo perfettamente idoneo alle mie esigenze. Ho un ricordo fantastico del nostro comune trascorso professionale, Walter ha ribadito negli anni di essere un grandissimo dirigente. La sua carriera parla chiaro, stiamo parlando di un professionista che stimo e di un uomo a cui voglio un gran bene. La mia seconda amara esperienza nel Palermo poi fallito nel 2019? Ero perfettamente consapevole delle gravi difficoltà che avrei incontrato, dopo che la squadra aveva dilapidato tanti punti e perso la possibilità di agguantare la promozione diretta. Ho accettato solo perchè si trattava di Palermo e del Palermo, conscio della strada in salita e del fatto che avrei avuto solo da perdere. Foschi mi ha chiesto una mano ed ho risposto presente. Al Palermo non direi mai di noi, per questo club ed i suoi colori io ci sarò sempre".

 

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