serie b

Avellino-Palermo 1-3: non stuzzicate il Palermo! Blitz di forza al “Partenio” e reazione da grande squadra.

Il Palermo torna capolista e fa la voce grossa al "Partenio" domando gli irpini nonostante quasi un'ora in inferiorità numerica. Torna a brillare Coronado, sugli scudi Jajalo e Gnahoré. Decisive e illuminate le mosse di Tedino.

Mediagol2

di Leandro Ficarra

Al Palermo di Tedino le sberle fanno il solletico.

Anzi, alla luce dei risultati, costituiscono uno straordinario psicotonico. Così come dopo il flop interno contro il Novara, anche in seguito all'inatteso tonfo al "Barbera" al cospetto del Cittadella è arrivata la reazione. Veemente ed immediata.

La compagine rosanero fa la voce grossa e supera a pieni voti l'esame Avellino con una prova di grande compattezza e personalità. Non solo carattere, equilibrio tattico e spirito di squadra, ma anche cinismo e qualità nei momenti topici di una gara complessa. Prerogative imprescindibili per una compagine che ambisce a vincere il campionato.

Coronado è tornato finalmente ad incidere, a tratti a fare la differenza, mettendo lo zampino nell'azione che ha originato l'autorete di Molina, costruendo ed ispirando il raddoppio di Gnahoré, alimentando lo straripante strappo di Jajalo in occasione del tris di Nestorovski.

La buona sorte in occasione del vantaggio, il Palermo l'ha di fatto meritata in virtù un avvio di gara autorevole e propositivo.

La compagine rosanero ha preso subito in mano il pallino del gioco,  pur faticando a fare breccia nella densità di un Avellino estremamente accorto nella prima frazione.

Poi,  quando lo strafalcione di Molina pareva mettere la gara in discesa, la follia di Cionek, entrata killer sulla trequarti su D'Angelo e relativa espulsione, sembrava poter complicare maledettamente le cose.

C'era più di un tempo da giocare in inferiorità numerica in un "Partenio" caldo e contro un avversario rinvigorito dal rosso diretto comminato da Nasca al difensore polacco.

Negli spogliatoi, durante l'intervallo, il Palermo ha vinto la partita. Anzi, una buona fetta del merito di questo successo è certamente da ascrivere al tecnico Bruno Tedino.

Va dentro Szyminski ma non esce, come era plausibile preventivare, Coronado.

Né, tanto meno, lascia il campo Gnahoré. Tedino tira fuori Chochev, toccato duro al ginocchio e tra i centrocampisti con più minuti nelle gambe in questa prima parte di stagione. Il messaggio implicito e vincente trasmesso al gruppo è piuttosto nitido: non abbassiamo vertiginosamente il baricentro nella speranza di speculare sull'episodio fortunato, ma ribattiamo colpo su colpo e continuiamo a pungerli. Andiamo a prenderci i tre punti.

Una condotta esclusivamente conservativa sarebbe stata strategia suicida in previsione del fisiologico forcing irpino nella ripresa. Anche in virtù della fisicità e della risolutezza del tandem offensivo campano, era opportuno tenere la squadra di Novellino più lontano possibile dai sedici metri. Sfruttando con lucidità e destrezza gli spazi che la compagine irpina, protesa alla ricerca del pareggio, avrebbe inevitabilmente concesso.

Dettami eseguiti alla perfezione proprio da Coronado e Gnahoré che hanno coniato, dal manuale della ripartenza, una trama fulminea e ficcante con il gol dell'ivoriano che ha di fatto tramortito le speranze di rimonta della compagine irpina. Probabilmente galvanizzati e responsabilizzati dalla fiducia concessa dal tecnico, sia il brasiliano che l'ex Perugia hanno sensibilmente elevato il livello del loro rendimento nella ripresa, risultando valori aggiunti decisivi.

Novellino ha provato con Laverone e Bidaoui a sovvertire l'inerzia del match.

La scossa dei subentrati ha sortito appena un quarto d'ora di forcing ed una decina di traversoni dalle corsie su cui Struna e soci hanno spadroneggiato nel gioco aereo.

La gara si è progressivamente innervosita. Il Palermo nel contesto leonino e battagliero sembra esaltarsi oltremodo. Jajalo e Gnahoré sono saliti in cattedra in mezzo al campo vincendo tackles in serie, sradicando e gestendo con lucidità un'infinità di palloni.

Specie il nazionale bosniaco, in chiara trance agonistica, ha giganteggiato sul piano atletico, divorando metri ed avversari con un paio di impetuosi strappi palla al piede che hanno spaccato in due la squadra di Novellino. Il coast to coast  di quaranta metri in percussione, con tanto di spazio attaccato su invito di Coronado ed assist a rimorchio perfetto per Nestorovski, è una giocata inedita per le caratteristiche del numero otto rosanero, e, in ragione di ciò, ancora più lodevole.

L'acuto di Asencio, terzo e ultimo cambio di Novellino, non ha addolcito di certo il pomeriggio della formazione campana.

Sul carattere, gli attributi, l'integrità morale di questo gruppo non sussisteva dubbio alcuno.

Così come sul valore complessivo e la solidità di un organico che, in ragione del livello della categoria, può legittimamente covare concrete ambizioni di vertice in questo campionato. Criticità ed aspetti perfettibili, in relazione a condizione e caratteristiche di alcuni singoli, unitamente ad alcuni difetti strutturali che sarà possibile correggere in sede di mercato invernale, permangono elementi  oggetto di attenta e scrupolosa analisi da chi di dovere.

I numeri ed il campo emettono ad oggi un verdetto comunque inconfutabile: la qualità del lavoro svolto da Tedino ed i suoi calciatori fin qui è notevole e perfettamente in linea con gli obiettivi prefissati. Pari menzione di merito per il direttore sportivo Fabio Lupo, che questa squadra ha contribuito a pensarla e costruirla, e svolge, sotto traccia, un lavoro costante sul piano diplomatico, motivazionale e psicologico. L'apporto full-time fornito dal dirigente abruzzese è di grande ausilio al tecnico ed estremamente utile alla causa. Specie in un frangente non semplice da gestire con la bufera, giudiziaria e mediatica, che ha investito il club nell'ultima settimana. I veri timori su presente e futuro incombono ben oltre i confini del rettangolo verde.

Novara e Cittadella devono restare lezioni ben impresse nella mente dei calciatori. Mai abbassare l'asticella della tensione se si vuole arrivare primi al traguardo.

Sul piano tattico la sfida del "Partenio" ha lasciato in dote alcuni aspetti su cui riflettere.

La composizione ideale, per valore, attitudini e caratteristiche, della linea difensiva non può prescindere dall'impiego di Struna come centrale di regia. Cionek, follia odierna a parte, ha i requisiti idonei ad affiancare lo sloveno alla sua destra, Bellusci e Szyminski, con diverse peculiarità, sono due soluzioni affidabili sul centro-sinistra.

Gnahoré, se disciplinato tatticamente e recuperato sul piano atletico, è una risorsa preziosa con caratteristiche uniche in termini di forza, qualità e tempi di inserimento.

Questa squadra non può rinunciare a Igor Coronado, anche in condizioni fisiche non eccelse ed a ritmo ridotto, il plus di qualità e creatività insito nel bagaglio tecnico del brasiliano ha un riverbero positivo sull'intero sviluppo della manovra. In un torneo tendenzialmente modesto sul piano dei contenuti tecnici e della qualità individuali, anche solo un lampo estemporaneo dell'ex Trapani può spostare significativamente gli equilibri.

Con Rispoli che procede spedito verso la migliore condizione, il completo recupero di Aleesami, qualche buon segnale dalla prestazione di oggi, può conferire spinta ed ulteriore ampiezza alle trame della squadra di Tedino. Con evidenti benefici per capitan Nestorovski che si conferma indiscutibilmente bomber implacabile e leader carismatico della formazione rosanero.