Nella giornata di ieri l'ufficialità: Marco Giampaolo non sarà più l'allenatore del Milan.
serie a
Milan-Inter, è sempre derby: il no di Marotta e lo scontro con Spalletti. Soldi e ripicche…
"Se Conte prende 12 milioni, a me dovete darne almeno 5", avrebbe urlato Spalletti al telefono con Marotta: la verità sulla vicenda
Per il dopo-Giampaolo, la prima scelta del club rossonero, si sa, era rappresentata da Luciano Spalletti. In seguito al sì da parte del tecnico, la trattativa si è tuttavia arenata nella giornata di lunedì a causa del mancato accordo tra lo stesso Spalletti e l'Inter, che lo aveva sollevato dall'incarico lo scorso giugno.
"Se Conte prende 12 milioni, a me dovete darne almeno 5", avrebbe urlato al telefoto con Beppe Marotta che - secondo quanto riportato da 'La Stampa' - aveva offerto al coach originario di Certaldo meno della metà. A quel punto, il Milan ha deciso di virare su Stefano Pioli che, adesso, è ufficialmente il nuovo allenatore rossonero.
Chi ha provato a ricostruire nel dettaglio la vicenda è il 'Corriere dello Sport': Mediagol.it vi propone un estratto dell'articolo in questione.
"Al centro della sua prima crollabile e poi incrollabile fermezza, il sentimento d’aver subito un torto grande. Troppo grande. Spalletti ha sempre avuto un rapporto privilegiato con il giovane Zhang, ma quando quello si fa Pilato e gli dice che sì, gli vuole bene, ma che doveva concordare l’exit way con Marotta, Luciano capisce che il cerino gli è rimasto in mano, così corto che l’inizio e la fine coincidono. [...] Spalletti non vedeva l’ora di unirsi a Boban, Maldini e Massara per fare la guerra all’Inter, accettando l’idea che da lui, mister cinque milioni l’anno, avrebbero preteso il quarto posto. Impresa titanica, ma neanche tanto, per uno che, tra Udinese, Roma due volte, Zenit e Inter, ha centrato dieci volte su dodici la qualificazione in Champions. E ora? Si farà la sua vendemmia, stapperà il suo rosso e aspetta.
[...] Calcoli e ripicche. Marotta e Spalletti non si sono mai presi (eufemismo). Quando apprende del suo arrivo all’Inter, l’uomo di Certaldo non nasconde la sua inquietudine. Il presagio della fine ha lo stesso odore di Antonio Conte. I due si lasciano male a giugno. Molto male. E, se allora i ferri erano corti, oggi volano schiaffi. Quando il Milan si fa sotto dopo aver avuto il sì di Spalletti, Marotta si dice disposto a pagargli 6 mesi. Spalletti ne vuole 12. Inflessibili l’uno e l’altro. Ballano 3 milioni, euro più euro meno. Se li deve accollare il Milan. Non se ne parla. L’uomo della strada fa fatica a capire: perché l’Inter rinuncia a risparmiare un anno di contratto di Spalletti e del suo staff? Masochismo? Che cosa? Una sfida a chi ce l’ha più duro? Calcoli e non solo. Marotta e soci considerano di pessimo gusto, diciamo non appropriata, la richiesta di Spalletti. Tanto più e tanto peggio per rinforzare poi una diretta rivale, ora boccheggiante, ma domani chissà? Spalletti ha la conoscenza e la follia giuste per rovesciare i tavoli. Calcoli. I soldi da dare all’uomo di Certaldo sono già a bilancio. Poco male. Ripicche. Vuole stare due anni senza allenare? Si accomodi. Troverà una squadra alle condizioni giuste? Meglio ancora. I soldi che risparmieremo diventeranno plusvalenza".
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