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Juventus, Cuadrado: “Crisi? Pirlo non ha colpe, siamo noi che scendiamo in campo”. E su Ronaldo e la Champions…

Juventus, Cuadrado: “Crisi? Pirlo non ha colpe, siamo noi che scendiamo in campo”. E su Ronaldo e la Champions…

Le parole del centrocampista colombiano sul momento vissuto dalla Juventus

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Parola a Juan Cuadrado.

Rappresenta ormai uno dei pilastri della Juventus: stiamo parlando di Juan Cuadrado, da sei anni in bianconero. Intervenuto in un incontro telematico col Liceo Scientifico e delle Scienze Applicate Sant’Anna sul tema "La sfida del Covid nello Sport", il colombiano, ha trattato svariati temi inerenti al momento vissuto dal club bianconero: uno su tutti, quello relativo alla crisi dei risultati.

Andrea Pirlo sta facendo un grandissimo lavoro, non è facile arrivare in un top club. Non è colpa sua, siamo noi che andiamo in campo. Ci sono cambiamenti e giocatori nuovi, dobbiamo avere pazienza. Noi abbiamo perso dei punti che non dovevamo e per questo ci troviamo in questa situazione. Dobbiamo crederci fino alla fine e provare a fare più punti possibile. Vincere queste ultime partite e cercare di stare nei primi posti per raggiungere la Champions. La finale di Coppa Italia è importante visto che siamo usciti dalla Champions". 

Sull'eliminazione contro il Porto: "È il calcio, la gente pensa sia facile ma non lo è mai. Quando non raggiungi un sogno non è perché sei scarso. Bisogna lavorare finché non ce la fai. Continueremo a farlo e sperare che tocchi a noi. Sono fiducioso che essendo una grandissima squadra potremo riuscirci. È uno dei migliori al mondo, è un professionista da cui c’è solo da imparare. È un esempio per la voglia che mette in ogni partita e allenamento. Quando è arrivato non ci credevo. Avergli dato il 7? Per me non era importante, conta giocare. È più importante dare che ricevere. Speriamo di vincere, non dobbiamo avere paura. Ci alleniamo per scendere in campo con voglia e per fare un buon risultato”.

Chiosa finale sulla sua esperienza con il Covid: “È un momento particolare per tante persone. Noi come calciatori stiamo spesso fuori casa, io ho potuto conoscere meglio la mia famiglia e i miei figli. Anche se è stato difficile per molti, per me è stato bello. Quando ho scoperto di essere positivo al Covid ero molto tranquillo. Ero asintomatico e potevo fare tantissime cose. È stato difficile perché vedere i miei compagni giocare e non potevo dargli una mano. In quel periodo mi sono riposato fisicamente e spiritualmente”.