Manolo Gabbiadini è tornato a parlare del suo passato.
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Gabbiadini: “Sarri aveva scarsa considerazione delle riserve. Napoli? Scelsi io di andarmene perchè…”
Le dichiarazioni dell'ex attaccante del Napoli, Manolo Gabbiadini, sulla sua esperienza al Southampton
La deludente esperienza con la maglia del Napoli lo aveva portato, più di un anno fa, a lasciare la Serie A per approdare in Premier League. Dopo un buon avvio di stagione tuttavia, l'attaccante, - a causa di uno stiramento all'inguine - avrebbe iniziato a collezionare sempre meno minuti anche con la maglia del Southampton. A poche ore dalla gara andata in scena proprio contro il Chelsea di Sarri, il classe 91, ha parlato del suo rapporto con l'ex tecnico del club partenopeo: "Non ho nulla contro di lui. Non mi piaceva solo la scarsa considerazione che aveva delle riserve, ma sul campo è davvero eccezionale. Non ho rancori verso nessuno, scelsi io di lasciare Napoli vista la situazione. Con il presidente ho sempre avuto un ottimo rapporto. Non fui nemmeno fortunato perché dopo l’infortunio di Milik giocai contro la Roma, perdemmo e quasi inevitabilmente le colpe ricaddero su di me. Mertens segnò nelle partite seguenti e così per me non ci fu spazio. Ma prima di partire feci alcuni gol. Fu brutto lasciare Napoli così, sarei rimasto volentieri. Ma certe valutazioni le fai sul momento. A posteriori, magari, ragioni in modo diverso. Si è parlato anche tanto del mio ruolo: posso stare in avanti nel 4-4-2 e nel 3-5-2, esterno nel 4-3-3, dietro alla punta nel 4-4-1-1".
Infine, durante l'intervista rilasciata ai microfoni della "Gazzetta dello Sport", Gabbiadini è tornato a parlare del suo ultimo anno: "È stato un anno tosto l'ultimo, il più sofferto per il risultato di San Siro e l’impiego ridotto al Southampton. Ho vissuto momenti difficili. Non so perché non gioco. La mia situazione è cambiata quando Puel fu esonerato e al suo posto arrivò Pellegrino. Tornai dalla partita con la Svezia e mi mise in panchina perché - parole sue - mi vedeva triste. Una scusa, ovviamente. Ma poi con Hughes la situazione non è cambiata. Non sono mai andato a chiedere spiegazioni, tanto avrei avuto risposte scontate. Continuo ad allenarmi e quando serve io ci sono. Come a Swansea: entrai nel finale e segnai il gol della salvezza. Sapendo di un inizio così? Avrei valutato meglio le offerte che il mio procuratore Silvio Pagliari mi aveva sottoposto. Ma io davvero ci tenevo a restare in Premier. Non volevo arrendermi".
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