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Napoli, a tutto Insigne: “L’ammutinamento un errore, ad Ancelotti dicevo sempre una cosa. La scelta di lasciare Raiola…”

Le dichiarazioni rilasciate dal capitano del Napoli

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Parola a Lorenzo Insigne.

Diversi sono stati i temi trattati dall'attaccante e capitano del Napoli, intervistato ai microfoni del 'Corriere della Sera': dal momento della sua squadra, reduce dalla sconfitta contro l'Atalanta, alla notte dell'ammutinamento dopo la gara di Champions League contro il Salisburgo. Ma non solo...

"Le aspettative sono sempre alte e al minimo errore paghi. A me non sono mai stati fatti sconti, ma da un paio d’anni ho capito che dovevo migliorare anche fuori dal campo. E va molto meglio. Con l'Atalanta non una delle mie migliori partite? Sinceramente no, non è stata una prestazione all’altezza di tutta la squadra. Probabilmente abbiamo pagato un po’ di stanchezza. Quindici punti tra il Napoli e l’Atalanta sono troppi. La partita fino a un certo punto è stata equilibrata, la nostra qualità non è venuta fuori ma non abbiamo incontrato avversari irresistibili", sono state le sue parole.

AMMUTINAMENTO E FUTURO - "Io capitano nella notte dell’ammutinamento, se rifarei la stessa scelta? Evidentemente no, ma adesso è anche inutile pensare a ciò che poteva essere e non è stato. Fu un errore, abbiamo pagato e per fortuna ci siamo ripresi. Se ho pensato di andar via? Mai. Giocare nella propria città è il sogno di chiunque. Non dipende, certo, soltanto da me. Vediamo cosa dice De Laurentiis. Sono tranquillo, ho altri due anni di contratto. Non c’è un problema di questo tipo, se vuole sono qui. Tra noi c’è un confronto autentico e leale. Con qualche scontro, ma come è normale che sia".

DA ANCELOTTI A GATTUSO - "Non sono nessuno per giudicare Ancelotti, allenatore che ha vinto tutto e soprattutto quasi ovunque. Il mister è abituato a grandi campioni, io gli dicevo sempre che noi avevamo bisogno di essere messi sotto pressione, anche bacchettati se era il caso. Mi rendo conto che la mia è un’autocritica: siamo professionisti, dovremmo camminare da soli, ma noi forse in quel momento avevamo necessità di sentire il fiato sul collo. Gattuso? Esige tantissimo e ci motiva ogni secondo. Con lui mi sono sentito al centro del progetto, mi ha attribuito responsabilità e fiducia e il rapporto è autentico, spero di ripagarlo. Il Napoli paga l’inizio di stagione deludente? Sì, è un grande rimpianto. Un peccato, soprattutto per quello che stiamo facendo adesso. Abbiamo fatto un recupero importante con Gattuso, ma resta l’amarezza. Se temo un effetto-rilassamento dopo la sconfitta? Impossibile con Gattuso! Si è arrabbiato a Bergamo e ci ha avvisati: bisogna dare il 200 per cento in tutte le partite che mancano. È un nostro dovere, ma anche un modo per arrivare pronti all’appuntamento con il Barcellona".

TOTTI E RAIOLA -"Totti durante una diretta social ha detto: chiamo Insigne e gli propongo di essere assistito da me? Sì, mi inviò un messaggio. Gli dissi serenamente che avrei fatto altre scelte. Tra me e Raiola il rapporto è durato poco? Non c’entra il calcio né, come ho sentito dire, perché con lui dovevo andar via da Napoli. È stata una decisione personale. Il mio rapporto con De Laurentiis? Tra noi c’è un confronto autentico e leale. Con qualche scontro, ma come è normale che sia", ha concluso.