Lazio-Inter, De Vrij vuota il sacco: “Contro i nerazzurri non volevo giocare…”

L'Inter, a sorpresa, ha conquistato all'ultima giornata di campionato la qualificazione in Champions League battendo e scavalcando in classifica la Lazio, che dovrà di conseguenza accontentarsi di un posto in Europa League: ai nerazzurri, sotto di un gol, fu concesso un calcio di rigore al 78' per un fallo commesso in area dal difensore biancoceleste Stefan De Vrij, realizzato dal capitano Mauro Icardi. Soltanto tre minuti dopo Matias Vecino siglò la rete del vantaggio.

Il calciatore olandese, autore del fallo da rigore, era in scadenza con il club di Claudio Lotito e aveva già avviato proprio con l'Inter le trattative per il trasferimento, concretizzatosi nei giorni scorsi.

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Il neo-difensore nerazzurro, nelle scorse ore, è tornato a parlare del match a lungo discusso tra le colonne della rivista 'Voetbal International', ammettendo quali erano le sue reali volontà:

"Alla vigilia della partita avevo detto al club che non mi sentivo a mio agio per quella partita, dal momento che non avrei mai potuto giocare bene. Ma il club ha risposto che mi voleva in campo. Non è stato facile. Mi sono concentrato sulla partita e ho cercato di giocare meglio che potevo. Posso guardarmi allo specchio. Le persone che mi conoscono sanno che ho fatto tutto il possibile".

Il classe '92, dunque, ha concluso in modo non del tutto positivo la sua avventura alla Lazio, che lo ha prelevato dal Feyenoord nel 2014, dopo quattro stagioni durante le quali ha collezionato 95 presenze e 8 reti.

"Ho trascorso anni molto piacevoli alla Lazio. Penso che abbiamo tratto il massimo. Tranne il nostro ultimo obiettivo, sfortunatamente: raggiungere la Champions League".

Stefan De Vrij, come egli stesso ha confermato nei giorni scorsi, ha firmato con il club di Erick Thohir un contratto quinquennale.

"L'Inter mi ha affascinato più degli altri club interessati. Per il progetto, le ambizioni e le sensazioni che ho avuto. Sono pronto per una nuova sfida e l'Inter me l'ha offerta".