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Torino-Inter, Lukaku: “Conte come Mourinho, mai avuto uno come lui. Razzismo? Ecco come combatterlo”. E su Icardi…

Le dichiarazioni rilasciate dall'esperto attaccante nerazzurro, approdato in Italia in estate: "Ho sempre desiderato di giocare nell'Inter"

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"Non si può negare che nel mondo del pallone esista il razzismo, ma nella vita di tutti i giorni non sono mai stato così bene come ora in Italia".

Parola di Romelu Lukaku. Diversi sono stati i temi trattati dall'esperto attaccante dell'Inter, intervistato ai microfoni del 'Corriere dello Sport' in vista della sfida contro il Torino, in programma questa sera allo Stadio "Olimpico - Grande Torino": dal suo trasferimento alla corte di Antonio Conte, alla possibilità di vincere la classifica marcatori in Serie A. Ma non solo...

"Tra il campo e la vita di tutti i giorni qui in Italia c'è una grande differenza, per questo bisogna essere duri contro i razzisti e mettere telecamere puntate sugli spalti per capire chi si comporta in un certo modo e non farli più entrare. Bisogna identificare i razzisti ed espellerli a vita. In Inghilterra hanno iniziato così e hanno risolto il problema. Sin qui è stato un buon inizio, ma voglio fare meglio, so di poter migliorare. La più grande motivazione? Vincere con i miei compagni, segnando. Credo che se un attaccante segna tanti gol in Italia poi può farli in ogni torneo d'Europa. Più gioco in Serie A e più capisco le zone del campo in cui sono efficace. Mio fratello Jordan mi aveva detto che il calcio italiano mette a dura prova gli attaccanti. In tv guardo tanto calcio e in ogni match imparo qualcosa a livello tattico. Vincere la classifica marcatori? Immobile sta facendo molto bene, io pure ma le ambizioni personali devono restare tali. Penso prima alla squadra", sono state le sue parole.

CONTE -"Tatticamente con lui sto crescendo tanto. Mi ha chiamato a fine trattativa, quando stavo andando a Milano, e mi ha detto 'Preparati a lavorare'. Gli ho risposto che non c'era problema. Il mister vuole vincere sempre, trasmette grandi motivazioni e prepara le partite alla perfezione. Mai vista una cosa così nella mia carriera. Quando vado in campo con lui, sono pronto per ogni situazione. Simile a Mourinho? Sì, sono i due allenatori migliori che ho avuto. Sono davvero felice per Mourinho, credo che nei prossimi due anni il Tottenham con lui vincerà qualcosa. In questa stagione magari porterà a casa una delle due coppe nazionali, mentre la prossima lotterà per conquistare la Premier. Ha vinto ovunque, è un top coach".

SCUDETTO E CHAMPIONS -"In tanti hanno detto di voler vincere lo scudetto in questi anni, ma alla fine ha vinto sempre la Juventus. Per questo dico che dobbiamo pensare a una partita per volta. I miei gol? La più bella è quella al Brescia, ma mi è piaciuto anche il 2-0 al Milan. Il primo gol in Champions? Dobbiamo vincere le prossime due gare, spero di segnare gol decisivi per la qualificazione agli ottavi. Io beniamino dei tifosi? Ci speravo ma non così rapidamente. Per me è importante guadagnarmi il rispetto non solo della gente, ma anche dei miei compagni. Ho sempre desiderato di giocare nell'Inter. Appena ho saputo che l'Inter mi voleva, ho preso la mia decisione e l'ho detto al mio agente. Ero un grande tifoso di Adriano quando indossava questa maglia e lo ero anche di Ronaldo. Ha segnato nella prima finale che ricordo di aver visto da bambino, quella di Coppa Uefa contro la Lazio".

ICARDI -"Ha segnato 124 reti, sono tanti. Siamo due attaccanti diversi, lui ha scritto la sua storia qui e io ho appena iniziato. Quando sono arrivato all'Inter è stato gentile con me. Gli auguro il meglio al Psg e spero vinca lì. Pressioni per essere il calciatore più pagato nella storia dell'Inter? Se mi creasse problemi lo vedreste dalle mie prestazioni. Anche lo United mi aveva pagato parecchi soldi e lì ho realizzato 42 reti dopo le 86 all'Everton, poi ho numeri importanti anche con la mia Nazionale e al Mondiale. Il mio lavoro è questo: far bene in campo. Quando ho deciso di lasciare lo United? Dopo una partita contro il West Ham ad aprile, Solskjaer mi schierò all'ala destra. Così ho deciso di parlare con il manager e di comunicargli la mia intenzione di andare via. Lui mi rispose che non voleva trattenermi controvoglia. Lo stesso ha fatto la dirigenza. Si è trattato di una decisione condivisa", ha concluso Lukaku.

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