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Genoa, Behrami: “Il Covid ci ha cambiati, vi spiego perché. Derby? Posso dire una cosa”

Le dichiarazioni del centrocampista del Grifone

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Ho scoperto il mio lato più fragile, mi ha reso più sensibile alla sofferenza degli altri. 

Queste le parole del centrocampista del Genoa Valon Behrami, intervenuto in vista dell'importante sfida di Serie A contro la Sampdoria. Il classe '85 rossoblu ha voluto dire la sua sul difficile momento passato in casa Grifone in seguito allo sviluppo del focolaio da Covid 19 all'interno del gruppo squadra: “Non mi piacciono le frasi fatte, non mi piace quando si dice ‘Ciò che non ti uccide ti fortifica’. Non mi sono scoperto più forte, mi sono scoperto più fragile. Non è un problema fisico, siamo ben allenati. Ho vissuto la paura per qualcosa che non conoscevo, la paura che potesse toccare i miei figli, i miei genitori, mia moglie. Meglio su di me che su di loro, pensavo. E poi per tante ore chiuso da solo in stanza, isolato dal mondo. Quando sono rientrato ad allenarmi avevo poca voglia di parlare. Vedevo gli altri compagni, ne percepivo la sofferenza“.

Behrami ha poi proseguito raccontando nei particolari la sua situazione a livello personale e familiare: “Mia moglie come ha vissuto tutto? Per fortuna lei non ha avuto problemi. Non ci siamo più visti dopo la partita con il Napoli, siamo stati distanti. Lei non è stata contagiata e per me è stato un bel sollievo. Come ci sta cambiando il virus? Vedo in giro tanto nervosismo aggressivo, non si può esprimere un’idea, giusta o sbagliata, senza essere aggrediti da chi non è d’accordo - ha continuato l'ex Napoli-. Capita in tutti i momenti della vita, anche a voi giornalisti: basta mezzo titolo che non piace e giù insulti e attacchi. Così si finisce per non dire nulla, si resta nel banale e a me questo non va”.

Chiosa finale legata al derby di Genova e al contesto che farà da cornice a questo importante appuntamento: “A luglio ero in tribuna a soffrire, per noi era la partita della vita e siamo riusciti a vincerla. Ora ci riproviamo, con la stessa intensità di allora. Purtroppo l’atmosfera non è quella solita, si percepisce in giro che ci sono ben altre priorità. Quando sono arrivato a gennaio la gente che mi incontrava mi raccontava del derby, mi chiedeva di vincerlo. Adesso guardo quelli che abitano vicino a me, quasi si evita di parlarsi. Tocca a noi isolarci, fare di tutto per vincerlo e regalare gioia ai nostri tifosi, uno squarcio di serenità. Il calcio senza pubblico non mi entusiasma ma al momento purtroppo è impossibile pensare di avere di nuovo i tifosi sugli spalti. Questa strana atmosfera ha cambiato tante cose, nel bene e nel male. I giocatori adesso quando subiscono un fallo dopo 5 secondi si rialzano. Giocare nello stadio vuoto porta a momenti di distrazione, ci stiamo abituando a una situazione nuova. Maran? Il mister è molto preparato, tatticamente e tecnicamente. Ha idee moderne e interessanti: io sono ormai a fine carriera, lo osservo con attenzione e mi sta facendo scoprire cose nuove ogni giorno. Avremmo bisogno di tempo per costruire la squadra, il Covid ce ne ha tolto tanto. Ma siamo già dentro il campionato e di questo certo non abbiamo paura”. 

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