"A mio avviso, tenendo in considerazione i valori della squadra, avremmo potuto fare qualcosa di più". Lo ha detto Gennaro Tutino, intervistato ai microfoni di "PianetaSerieB". Diversi i temi trattati dall'attaccante ex Palermo, vice-capocannoniere in Serie B con la maglia del Cosenza: dalla sua avventura in Calabria, con venti reti siglate in trentotto partite, al suo futuro. "So di essere maturato, mi sento pronto e forte per poter fare quello che non sono riuscito a fare, eccezion fatta per i mesi all’Hellas Verona, ovvero giocare e affermarmi in Serie A. Questo è ciò che voglio oggi. Sono molto legato a Cosenza e al Cosenza, chiunque non può che confermare, ma parlo da giocatore e da ragazzo che vuole dimostrare di poter fare sempre meglio. Ho segnato venti gol in Serie B? Desidero farne 10-15 anche in A. Ho tanta fame, punto a incasellare il mio talento anche al vertice della piramide del calcio italiano", le sue parole.
EX PALERMO
Cosenza, Tutino: “Pronto per la Serie A, oggi mi sento forte. Dopo Palermo…”
COSENZA -"Il nostro è stato un campionato con alti e bassi, sono contento perché ci siamo salvati ma, secondo me, quello avrebbe dovuto essere l’obiettivo minimo, per la qualità dei giocatori e il calcio mostrato, nell’ultimo periodo così come durante la gestione di mister Caserta. Abbiamo sempre cercato di giocare a calcio, provato a imporre le nostre idee, pur avendo poi avuto dei problemi. Ci siamo ritrovati in una situazione di classifica complicata, c’è stato l’esonero del tecnico, è arrivato Viali che è stato molto bravo a farci ritrovare il filo. Il lavoro fatto è stato importante, il mister ci ha tolto quella pesantezza che inevitabilmente si genera quando ci si ritrova in determinate situazioni, e siamo poi riemersi. Ritengo entrambi bravissimi. Viali ha preso una squadra con determinate difficoltà mentali ed è stato bravissimo, soprattutto in queste cose si vede la bravura di un tecnico".
BILANCIO -"Anche se in modo diverso da quest’anno, mi sono sempre sentito un leader tecnico, in qualsiasi squadra dove ho giocato. In questa stagione, secondo me, sono cresciuto tanto sotto l’aspetto caratteriale, in termini di rapporto con i compagni di squadra più giovani, di gestione di determinate dinamiche di gruppo. Sono cose che si acquisiscono con il tempo. Sapevo, conoscendo la piazza, di dover andare il mio contributo in misura maggiore, in campo così come fuori. Ho sempre pensato a lavorare alacremente, con applicazione, facendo le cose per bene. Sentivo come i miei compagni riconoscessero tutto ciò, dunque avevo e avvertivo una responsabilità in più. Ho capito che, per le mie caratteristiche, riesco a determinare maggiormente giocando vicino la porta. Oggi mi sento davvero forte negli ultimi venti metri: se prendo una palla in area di rigore oppure appena fuori, so di avere il gol in canna, nella mia testa penso di segnare prima ancora di colpire la sfera. Percepisco di essere cresciuto davvero tanto in area di rigore. Ho costantemente aggiornato il mio modo di giocare".
AMBIENTE SANO -"Penso che ogni calciatore abbia bisogno di un ambiente sano. Nel caso specifico, i giocatori estrosi come il sottoscritto necessitano in particolar modo di affetto, fiducia e serenità. Ritengo che tutto ciò sia normale. Detto ciò, dopo le parentesi avute a Parma e Palermo ho ritenuto centrale, nella mia scelta successiva, la componente tattica. Cosenza era casa mia già prima di tornare, ma ho posto alla base della decisione un discorso di campo. Oggi mi sento il giocatore che ho sempre pensato di essere. Ritengo di aver acquisito notevole mentalità, so di poter incidere, ho piena consapevolezza delle mie possibilità di determinare. Mi sento fortissimo, ma so che non basta riflettere su determinate cose, bisogna lavorare duramente, curare il proprio corpo, avere sempre il giusto atteggiamento, tanto in settimana quanto in partita. C’è chi mi dice che mai si sarebbe aspettato che io potessi fare venti gol, ma io rispondo ribaltando la cosa: avrei dovuto farne trenta".
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