La semifinale di andata di Champions League con il derby milanese Milan-Inter in programma il 10 maggio deve essere trasmessa in chiaro, in modo da risultare visibile gratuitamente a tutti gli italiani. Ad affermarlo è l'AgCom, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che in una nota ha sottolineato l'obbligo di Amazon Prime Video di cedere i diritti per la trasmissione in chiaro del match.
il comunicato
Champions League, Inter-Milan in chiaro in tv: la nota dell’AGCOM
"Le prossime semifinali della UEFA Champions League sono in programma a partire dal 9 maggio; come noto, una delle due semifinali vedrà coinvolte due squadre italiane. Sulla base dell’articolo 33 del Testo unico dei servizi di media audiovisivi, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha adottato, con delibera n. 131/12/CONS (Delibera Lista eventi), una
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lista di eventi, nazionali e non, considerati di particolare rilevanza per la società, dei quali i fornitori dei servizi di media assicurano la diffusione su palinsesti in chiaro, in diretta o in differita, in forma integrale oppure parziale. La Delibera Lista eventi comprende, fra gli eventi di cui è assicurata la trasmissione in chiaro, anche “la finale e le semifinali della Champions League e della Europa League qualora vi siano coinvolte squadre italiane”.
Tale evento, pertanto, ai sensi del vigente quadro normativo e regolamentare, non può essere trasmesso in esclusiva e solo in forma codificata, al fine di assicurare ad almeno l’80% della popolazione italiana la possibilità di seguirlo gratuitamente senza costi supplementari. Poiché i diritti di trasmissione della gara di andata sono detenuti in via esclusiva da Amazon Prime Video, la stessa è tenuta ad attivare la procedura che la Delibera Lista eventi prevede in tali casi, formulando una “proposta di cessione, a condizioni di mercato eque, ragionevoli e non discriminatorie, dei diritti che permettono la trasmissione di tale evento alle condizioni previste al comma 1 e 4. Qualora nessun’emittente qualificata formuli alcuna offerta o non la formuli a condizioni di mercato eque, ragionevoli e non discriminatorie, l’emittente titolare dei diritti ha facoltà di esercitarli in deroga alle condizioni di cui al comma 1".
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