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Serie A, Gravina: “Basta falsa retorica, inviato un protocollo a Spadafora. Mai pensato ad uno stop definitivo”

Il presidente della FIGC ha espresso la sua opinione in merito alla possibilità di far ripartire il movimento calcistico italiano dopo lo stop causa Coronavirus

Mediagol52

La speranza di Gabriele Gravina.

Dopo più di un mese di quarantena e misure restrittive, l'Italia sta finalmente iniziando ad attenuare lo stato di emergenza legato alla diffusione del Coronavirus: il numero dei tamponi risultati positivi sta continuando a diminuire e aumenta costantemente quello dei pazienti guariti e non più bisognosi di un posto letto in terapia intensiva.

Conseguentemente anche le Federazioni sportive stanno continuando il loro dialogo con il Governo per cercare di comprendere se e quando ci sarà la possibilità di riprendere i rispettivi campionati: da giorno 4 maggio sarà infatti teoricamente possibile riprendere gli allenamenti sul campo, ma attualmente soltanto i club di Serie A sembrano avere le strutture necessarie per rispettare tutte le disposizioni in materia di sicurezza sanitaria redatte dalla FIGC.

Intervenuto ai microfoni di RAI 2 durante la trasmissione Che tempo che fa, il presidente della Federazione, Gabriele Gravina, ha espresso la sua opinione in merito alla possibilità di riprendere il campionato: "In questo momento ci sono due gruppi apparentemente contrapposti: la corrente di pensiero di chi ritiene che si debba chiudere tutta l'attività sportiva, e l'altra, che io portoavanti di continuare. E ci sono diverse ragioni: in primis l'opportunità, che si rifà ad elementi oggettivi come il tempo, e io spero che a giugno l'Italia viva un momento di sollievo diverso da questo momento, ma anche ai contenziosi e ciò che potrebbero generare per la confusione, e poi penso alla passione. Se il Governo desse lo stop? Questa è una responsabilità che lascio a loro. Io personalmente sì, accoglierei una loro scelta con sollievo: potete immaginare il dramma che sto vivendo nel reggere questa mia battaglia. Il calcio italiano non è una monade che vive in maniera separata rispetto alle altre categorie del paese o a istituzioni internazionali, facciamo parte delle federazione europee e mondiali. Ma c'è il sentimento della speranza, anche. Chiedo di essere considerato come movimento d'impatto socio-economico per il paese alla pari di ogni altro settore. La FIGC, grazie anche ai professori Ricciardi, Vaia e alla commissione tecnico-scientifica, un protocollo che garantisce la negatività di un gruppo chiuso. Non vedo troppe preoccupazioni, anche se sul mondo amatoriale è difficile governare, ma stiamo cercando un confronto più ampio anche su questo. Io abbandonerei la falsa retorica. Esiste una procedura, un protocollo che abbiamo inviato ai ministri Spadafora e Speranza: ne aspettiamo la validazione. Per quanto riguarda tamponi e test ci sono cliniche organizzate per mettersi a disposizione, non può essere questo l'ostacolo per non far ripartire un movimento come il calcio".

"Non parlo di altri sport" - continua Gravina - "Mi permetto solo di non entrare nel merito delle scelte fatte da alcuni presidenti di federazione, ma rilevo che l'unico sport professionistico che abbia fermato tutto sia il basket. Il calcio muove 5 miliardi di euro: siamo preoccupati perché se il calcio non riparte ha un grande impatto negativo per il futuro. Non ho mai preso in considerazione l'idea di fermare tutto. Una scelta di questo tipo comporterebbe responsabilità di una gravità inaudita: non posso essere il becchino del calcio italiano. Difendo il movimento calcistico, ma in generale quello sportivo. Non capisco la resistenza nell'avviarne una valorizzazione".

Chiosa sull'opera di beneficenza portata avanti dalla FIGC nei confronti del personale sanitario italiano: "L'iniziativa è importante e dimostra la sensibilità del mondo del calcio, abbiamo voluto dare un riconoscimento a chi già è nei cuori della gente, abbiamo voluto assegnare lo Scudetto del cuore a questi supereroi. Rientreranno con noi, anche a termini di riconoscimento, nella hall of fame e nel cuore degli italiani. Chi vincerà lo scudetto? Quella che farà più punti, sono convinto che riprenderemo a giocare ed a regalare speranza e un po' di sollievo agli appassionati".

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