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l'intervista

Prandelli: “Basta allenare. Prossima panchina? Al parco coi nipoti”

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Le parole del tecnico ex Atalanta, Parma e Fiorentina Cesare Prandelli

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"La passione rimane, una grande passione. Sto molto bene, tutto il resto passa".

Così l'ex ct della Nazionale italiana e vice campione d'Europa nel 2012, Cesare Prandelli, intervenuto sulle frequenze di "Radio Anch'Io Sport" su Radio 1. Il tecnico ex Atalanta, Parma e Fiorentina, durante l'intervista, ha manifestato il desiderio di concludere la sua carriera di allenatore dopo l'ultima esperienza sulla panchina della viola conclusa nel 2021.

"Un po' di richieste arrivano sempre, ma al momento la panchina che sto sognando è quella in un parco con i miei nipotini per godermi la vita con loro. Basta allenare". 

Prandelli si è poi soffermato sul complicato momento vissuto da Vlahovic, lanciato da lui proprio durante la sua esperienza alla guida della Fiorentina: "I rigori si possono sbagliare, ma la reazione che ha avuto nei 15 minuti successivi è stata da grande giocatore. Ha tentato di fare gol in tutti i modi, è stato anche sfortunato. Io penso sia un giocatore molto forte. Il problema è generale, di squadra. I momenti difficili ci sono per tutti, ma sottolineo ancora la reazione dopo il rigore. I giovani della Juve sono tutti molto interessanti ma quello che ha più tecnica e qualità è Fagioli. Un giocatore molto interessante".

Sulla Roma di Mourinho: "A livello tecnico, non è all'altezza delle altre grandi squadre. Secondo me Mourinho sta facendo un miracolo a prendersi sulle spalle tutti i problemi e i limiti della squadra, è geniale nella gestione dei rapporti e nella comunicazione, ma la Roma se l'anno prossimo riuscirà a trovare tre giocatori importanti indicati da Mourinho, lotterà per lo scudetto".

Sul Napoli: "Sembra si stiano scoprendo ora le qualità di Spalletti. Luciano è sempre stato molto bravo. Quest'anno sono stati bravissimi a capire che bisognava cambiare. La bravura del Napoli è quella di aver seguito le indicazioni dell'allenatore: quando valorizzi i giocatori nei ruoli, la squadra ha sempre un grande vantaggio. Bravo Spalletti, ma brava anche la società, senza spendere cifre assurde.

Infine una battuta sulle difficoltà della Nazionale: "Sembra di essere nel 2010, sono sempre gli stessi argomenti. Bisogna capire cosa può fare una Federazione, ricordo che alcuni progetti che avevamo furono rimbalzati. Noi siamo molto competitivi a livello giovanile, poi dai 19 anni la maggior parte si perdono: vuoi perché i club scelgono giocatori stranieri, vuoi perché sentono la pressioni".

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