Leandro Castan si racconta.
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Roma, Castan: “De Rossi sarà un grande allenatore. Sabatini? Nome perfetto per tornare a puntare in alto”
Le dichiarazioni dell'ex difensore della Roma, Leandro Castan, sul suo passato in giallorosso
Solo qualche mese fa si concludeva l'avventura in giallorosso del talento brasiliano, portato nella Capitale dal ds Walter Sabatini nel 2012. Un'esperienza terminata ad agosto scorso, dopo la rescissione del contratto con la Roma, che avrebbe poi portato il classe '86 ad approdare al Vasco Da Gama.
Trasferimento di cui lo stesso Castan ha parlato, durante un'intervista concessa ai microfoni di "Centro Suono Sport".
“Sono molto felice di partecipare alla rinascita del Vasco Da Gama, qui mi trovo molto bene. Il problema che ho avuto a Roma è arrivato nel mio migliore momento della carriera, avevo appena rinnovato, quell’anno lì potevamo lottare un’altra volta contro la Juventus. Io credo molto in Dio, mi ha dato una mano, quando mi sono fermato è anche grazie a lui che sono tornato a giocare. Non volevo far pena a nessuno: volevo essere come tutti gli altri”,
Inevitabile la parentesi relativa al suo passato in giallorosso: “E’ stata una battaglia difficile – ha confessato il giocatore - confesso che avrei voluto tornare a giocare al meglio con la Roma, indossavo quella maglia come la mia seconda pelle, mi dispiace da morire non aver raggiunto il mio obiettivo, ma non era facile perché avevo perso i tempi di gioco, forse non ero più all’altezza. Comunque sono contentissimo lo stesso, gioco ancora, faccio del mio meglio e sono il capitano della mia squadra. Alla Roma è mancata la fortuna, avremmo potuto vincere lo scudetto. Garcia è stato un grande, mi ha voluto tanto bene e mi ha preservato. Nessun difensore giallorosso ha mai subito un intervento al cervello, per cui i compagni inizialmente non sapevano bene come comportarsi con me. Difficile dire che se avessi giocato 10 partite di fila magari avrei trovato il ritmo, la Roma puntava in alto e non poteva perdere tempo. Devo ringraziare tutti, dal primo all’ultimo. Una volta sola mi sono arrabbiato, in panchina c’era Spalletti: mi diceva che non avrei più potuto giocare e che sarei dovuto andare al Torino, poi però abbiamo chiarito. Sabatini? Lo riporterei a Roma al 100%, non ho conosciuto nessun ds più bravo di lui, è il numero 1, ama moltissimo la Roma e conosce bene l’ambiente. Sarebbe il nome perfetto per puntare di nuovo in alto. Totti lo vedo benissimo come dirigente, De Rossi potrà diventare un grande allenatore, è intelligente e ha carisma”.
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