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Conte ha le idee chiare: “Voglio un progetto vincente, questo il mio obiettivo. Roma? Non ci sono le condizioni”

Conte ha le idee chiare: “Voglio un progetto vincente, questo il mio obiettivo. Roma? Non ci sono le condizioni”

"Oggi se qualcuno mi chiama sa che io devo incidere, con la mia idea di calcio e con il mio metodo. Non sono un gestore, non credo che l’obiettivo di un allenatore sia fare meno danni possibili"

Mediagol92

Panchine girevoli.

Antonio Conte è il tecnico più ambito in vista della prossima stagione. L'ex Chelsea ha già fatto capire a più riprese che tornerà ad allenare e probabilmente lo farà in Italia. Sono diversi i top club che hanno già iniziato a pensare ad un cambio di guida tecnica, su tutti Inter, Milan e Roma. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex commissario tecnico della Nazionale ha parlato della Juventus, paragonando il suo ciclo a quello di Massimiliano Allegri: "Parliamo di cicli totalmente diversi. Io prendo una Juve non protagonista assoluta, anzi scomparsa dalla Champions. Avevamo giocatori buoni con poca esperienza, tranne Pirlo, in Champions. Di qui i risultati. Il Chelsea era arrivato 10°, non aveva partecipato neanche all’Europa League. Abbiamo vinto la Premier e l’anno dopo fatto la Champions. Passato il primo turno, siamo usciti con il Barcellona. Cicli diversi. In quegli anni si faceva di necessità virtù. Non mi è mai capitato di prendere una squadra ai vertici. Sono sempre partito da situazioni difficili e sono riuscito a conquistare la vetta. La Juve oggi è cresciuta. La struttura è al livello delle prime 3-4 del mondo".

Conte si è poi soffermato sul suo addio alla squadra bianconera: "Erano stati tre anni molto intensi, avevamo portato la macchina a spingere più di quanto potesse. Anni molto logoranti, sotto tutti i punti di vista. Penso che anche nelle migliori famiglie si possa litigare. In quei tre anni ho dato tutto me stesso.Come ho fatto ovunque sia andato. Mi sentivo in debito con Agnelli. Ricordo la promessa fatta: 'Ci vorrà tempo, ma l’obiettivo è tornare sul tetto del mondo'. Non sono riuscito a completare la promessa. Ritorno? Un domani non si sa mai".

Il futuro dell'esperto allenatore è ancora incerto, ma nella mente del tecnico è ben chiaro il suo obiettivo: "L’esperienza che ho fatto all’estero mi ha reso più forte e completo. La consiglierei a qualsiasi allenatore italiano. È dura, però ti migliora. Oggi se qualcuno mi chiama sa che io devo incidere, con la mia idea di calcio e con il mio metodo. Non sono un gestore, non credo che l’obiettivo di un allenatore sia fare meno danni possibile. Se pensano questo, le società non mi chiamino. Trovo umiliante per la categoria sentire una cosa del genere. Io voglio incidere, perché sono molto severo con me stesso. Poi ho un problema: la vittoria. Che sento come l’obiettivo del mio lavoro. Il percorso per arrivarci è fatto di lavoro, di sacrificio, di unità d’intenti, di pensare con il noi e non con l’io. Non ne conosco altri. Se vale anche per Inter o Milan? Vale per qualsiasi squadra. Io devo avere la percezione di poter battere chiunque. Devo sentire che vincere è possibile. Altrimenti, senza problemi, posso continuare a restare fermo".

A Roma è bastato solo il nome di Antonio Conte per riaccendere l'entusiasmo, i tifosi sognano il tecnico in panchina e Francesco Totti come presidente: "Mi sono innamorato di Roma frequentandola nei due anni in cui sono stato c.t. della Nazionale. All’Olimpico senti la passione da parte di questo popolo che vive il calcio con un’intensità particolare, che per la Roma va fuori di testa. Che vive 'per la Roma'. Un ambiente molto passionale, che ti avvolge. Oggi le condizioni non ci sono ma penso un giorno, prima o poi, io andrò ad allenare la Roma".