Parla Rinaldo Sagramola.
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Sagramola: “Con Zamparini anni straordinari, lui si fidava di me. Retrocessione? Ecco la verità”. E su Mirri…
L'amministratore delegato del Palermo ha parlato del periodo vissuto con Zamparini
Il Palermo è rinato grazie al lavoro svolto dal nuovo presidente Dario Mirri e all'amministratore delegato del club, che hanno creato delle basi molto solide per raggiungere nell'immediato l'obiettivo della promozione in Serie C: la squadra sta rispondendo benissimo alle attese, visto che al momento si trova al primo posto in solitaria con soltanto un pareggio e una sconfitta.
Intervenuto ai microfoni di Tuttomercatoweb.com, Sagramola ha parlato dell'ex presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, con cui aveva lavorato in passato: "Zamparini voleva sempre il massimo, più per uno stimolo suo che per richieste della città. Lui si fidava di quel che facevamo noi dirigenti. Quindi per me lavorare con lui era più semplice. Invece l’allenatore era sempre sotto osservazione, perché per lui il risultato era tutto. Il rapporto con la piazza si è incrinato perché lui pensava che gli fosse tutto dovuto, dal suo punto di vista. Non ha mai fatto tanto per coltivare il rapporto, si è preoccupato solo del risultato. Pensava fosse tutto. Lo faceva più per se stesso, mandava il cuore oltre l’ostacolo, senza fare i conti. Gli anni sono stati straordinari, anche per merito suo. Ha comprato una sfilza di giocatori importantissimi. Retrocessione voluta? Ok il paracadute, ma attutisce la caduta, non è che non cadi. La prima volta non c’era il maxi paracadute e ti facevi male. Dovevi risalire… E poi si è circondato di persone senza mai dare la fiducia a uno solo. C’era confusione anche con i piccoli problemi. Dispiace molto sia finita così, per la piazza ma anche per lui".
A proposito, invece, del nuovo patron Dario Mirri, che sta dimostrando di essere un vero tifoso della squadra: "Alle volte si abusa dell’etichetta di primo tifoso. Ma lui lo è davvero, ha seguito con entusiasmo le vicende del Palermo, è nipote di Renzo Barbera, a cui è intitolato lo stadio. Conosce la responsabilità di questo ruolo. Lui non vuole raccontare fesserie, spera in una società aperta, trasparente, che propone obiettivi per cui può competere. Ha l’ambizione di lasciare qualcosa che gli sopravviva alla sua esperienza dirigenziale. Siamo tutti di passaggio, nei club come nella vita. Vogliamo puntare su stadio e centro sportivo".
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