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NUOVO PALERMO, IL PIANO TRIENNALE DI MIRRI RACCONTATO IN 8 SCHEDE

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EVENTUALI PROGETTI DI VALORIZZAZIONE E/O MARKETING TERRITORIALE INERENTI LA STORIA CALCISTICA PALERMITANA E COINVOLGIMENTO DELLA TIFOSERIA.

3.1 RADICI E ALI

Il calcio a Palermo è una professione di fede con radici profonde. Una storia antica che tiene legati i sogni dei bambini alle passioni degli adulti in un unico coro dagli spalti dello stadio ai vicoli del centro storico, fino al più sperduto campetto alla periferia della città o al bancone di un bar di quartiere. Una questione sociale, che va certo oltre l’attaccamento alla maglia e la fede sportiva, ma diventa un motore di aggregazione trasversale e democratico, capace di abbattere le differenze sociali, i pregiudizi, le barriere che normalmente insistono nei rapporti interpersonali. Un vero collante, dunque, che cementa le persone attorno a un’identità definita e favorisce la cooperazione verso i valori più nobili dello sport.

ma che negli ultimi anni è stata invece svilita da vicissitudini legali, scelte e passaggi societari che hanno spesso minato l’entusiasmo e l’orgoglio di una tifoseria e il senso d’appartenenza di un’intera città.

La compagine che si propone di avviare il nuovo corso del Palermo parte allora proprio da tali radici storiche ed eredita in modo naturale, per continuità familiare e retaggio culturale, tutti i valori rappresentati dalla figura mai dimenticata di Renzo Barbera e della sua famiglia.

La famiglia Barbera, prima di Renzo e anche dopo, ha scritto pagine fondamentali della storia di Palermo e del Palermo. Il padre Giuseppe era un socio sostenitore del Palermo Football Club negli anni ’30; lo zio Manfredi uno dei fondatori del Circolo del Tennis in città. La parte “nobile” e artistica del sangue, Renzo ce l’ha da parte di madre: suo nonno fu lo scultore Mario Rutelli, autore del famoso obelisco da cui comincia viale della Libertà, di opere bronzee come la quadriga che sovrasta il teatro Politeama, le fontane di Piazza Esedra a Roma e uno dei leoni posti “a guardia” della lirica davanti la scalinata del Teatro Massimo di Palermo.

La passione per il calcio, a Renzo, la trasmette il padre Pino: le sue prime partite avvengono su scalcinati spiazzi in terra battuta. Quella stessa passione quasi “genetica” contagerà più avanti anche l’indimenticato figlio Ferruccio che per anni si occuperà anche del marketing del Palermo, firmando tra le altre cose la fortunata campagna promozionale dopo il ritorno in serie A:

Renzo Barbera ha incarnato nella sua indimenticabile storia, tutta l’operosità delle famiglie del dopoguerra, dirottando idee, energie, passioni nella creazione di valore per tutta la comunità. Un’attitudine virtuosa che si riverserà con Pino e Renzo nell’industria (con Latte Barbera e più avanti con Olio Barbera) e con Ferruccio nel marketing e nella pubblicità, ma che nello sport trova la sua più naturale applicazione: a partire dai campi di quartiere (il Resuttana prima, la gloriosa Juventina poi, ma anche le altre squadre della “polisportiva” Us Palermo: il basket, la pallavolo, la pallamano, la pallanuoto), per finire al grande Palermo dello storico ritorno in serie A e delle due sfortunate finali di Coppa Italia, giocate ai più alti livelli nazionali pur partendo dalla serie B. Per tutti gli sportivi di Palermo, Renzo Barbera fu un punto di riferimento straordinario. E tale rimase anche per i tifosi, a cui fu sempre devoto coltivando rapporti di vera amicizia e affetto.

Così lo ricorda il nipote Lorenzo Barbera, che appoggia e contribuisce alla rinascita della società attraverso questo progetto: “Mio nonno rappresenta tutto ciò che di bello si possa trovare in una persona. Con un’eleganza che pochi altri uomini hanno avuto, mi ha insegnato a rispettare le persone, a mettermi sempre nei panni degli altri, a provare a fare del bene alla gente di qualsiasi estrazione sociale senza però farlo mai pesare. Quando guardavamo insieme le partite in tv lui tifava sempre per la squadra più debole: un particolare che può sembrare irrilevante ma che ha cambiato per sempre il mio modo di vedere lo sport”. Una questione di valori immutati e immutabili, che percorrono intatti la linea parentale fino appunto a Lorenzo, creativo e grande appassionato del Palermo, e a Dario Mirri, che di Renzo è nipote per via materna (la nonna era sorella di Renzo) e che fin dai suoi primi anni di vita frequenta lo stadio, avvolto dai colori rosanero: “Gradinata”, ingresso 20, fila 19, posto 24, numeri che non sono mai cambiati in 50 anni, fino ad oggi. Stesso posto, stesso amore. Sempre. Così scriveva Renzo nel 1980 nella sua lettera di congedo dalla sua carica di presidente onorario. Quelle parole, oggi più di ieri, continuano a essere la più grande lezione che il “presidentissimo” possa lasciare a chiunque si appresti a proporsi per mettere di nuovo “le ali” alla società.

E questa è infatti la missione con cui nasce la Hera Hora srl, la società che darà vita al nuovo Palermo. Un nome ambivalente e auguroso: da un lato pesca nella lingua latina il senso di una stagione (hora) sotto il segno della fertilità e della produttività (il culto della dea Hera, nella religione greca, era appunto collegato alla fecondità); dall’altro lato il suono in italiano restituisce il senso del momento più giusto e opportuno per cambiare le cose.

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