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Miccoli: “Prima del Palermo sarei dovuto andare al Napoli ma poi presero Lavezzi”

Palermo
L'ex capitano rosanero Miccoli svela alcuni retroscena sulla propria carriera

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Fabrizio Miccoli, ex capitano del Palermo, è stato intervistato nel corso del format GoalCar raccontando alcuni aneddoti dagli inizi della propria carriera fino all'approdo in Sicilia.

Sul soprannome "Romario del Salento" nonostante l'idolo Maradona - "Maradona è sempre stato il calcio per me, ma come caratteristiche mi piaceva tanto Romario. Subito dopo l'argentino c'è stato sempre lui".

Il passaggio alla Juventus - "C'era Del Piero, ma anche Trezeguet, Zalayeta e Di Vaio lì davanti. Ma in generale era una grande squadra. C'era Montero, una delle persone più vere mai incontrate nel calcio. Al di là del giocatore, come persona era eccezionale. All'inizio non sono stato benissimo. Ricordo i gol che feci col Perugia alla Juve, con Montero che me le promise al ritorno. Al rientro i tifosi se la presero con me per il tatuaggio di Che Guevara, ma alla fine abbiamo chiarito. Io feci quel tatuaggio non per questioni politiche ma perché lo aveva Maradona, il mio idolo. Far parte di un gruppo incredibile, formato da grandi campioni, è stato un privilegio. Si vuole sempre vincere in quel club e sono stato benissimo. Non volevo andare via, volevo giocarmi il posto ma avevo mercato e decisi di andare alla Fiorentina".

Sull'esperienza al Benfica - "La Juve voleva mandarmi in Inghilterra, io trovai l'opzione Benfica insieme al mio procuratore. E' stata l'esperienza più bella che potevo immaginare. Sapevo di andare in una grandissima squadra, ma è stato davvero incredibile".

Retroscena sul passaggio al Palermo - "Dovevo andare al Napoli ,che poi prese Lavezzi. Io andai al Palermo e sono diventato un idolo. Ho battuto insieme ai miei compagni tanti record".

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