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Miccoli: “Dovevo andare al Napoli, ma sono diventato un idolo al Palermo”

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Le dichiarazioni dell'ex numero dieci del Palermo

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Fabrizio Miccoli ha ricordato la sua parabola professionale nel corso della web serie GoalCar del noto speaker radiofonico DJ Carlo “Carletto” Nicoletti. In particolare, l'ex capitano del Palermo ha svelato alcuni retroscena di calciomercato e non solo. Ecco, di seguito, le dichiarazioni di Fabrizio Miccoli.

MILAN- "Stavo a San Donato, poi andai in una scuola calcio affiliata al Lecce e mi portarono a fare un provino a Milano. Io andai via, fu un'esperienza importante per me. Ma dopo i due anni lì, in cui mi sentivo solo, decisi di tornare a casa".

PERUGIA- "Non ci volevo andare inizialmente. Ero di proprietà della Juventus, che mi volle mandare in prestito. Gaucci mi voleva fortemente ma ero stato alla Ternana, anche come capitano, ci tenevo a non mettermi contro i tifosi. Ma ho fatto un anno bello. Lo devo ringraziare a Gaucci perché mi ha permesso di mettermi in mostra in Serie A e di conquistare la Nazionale".

JUVENTUS- "C'era Del Piero, ma anche Trezeguet, Zalayeta e Di Vaio lì davanti. Ma in generale era una grande squadra. C'era Montero, una delle persone più vere mai incontrate nel calcio. Al di là del giocatore, come persona era eccezionale. All'inizio non sono stato benissimo. Ricordo i gol che feci col Perugia alla Juve, con Montero che me le promise al ritorno. Al rientro i tifosi se la presero con me per il tatuaggio di Che Guevara, ma alla fine abbiamo chiarito. Io feci quel tatuaggio non per questioni politiche ma perché lo aveva Maradona, il mio idolo. Far parte di un gruppo incredibile, formato da grandi campioni, è stato un privilegio. Si vuole sempre vincere in quel club e sono stato benissimo. Non volevo andare via, volevo giocarmi il posto ma avevo mercato e decisi di andare alla Fiorentina".

FIORENTINA- "Ho avuto un po' di problemi all'inizio ma sul campo mi sono guadagnato l'affetto dei tifosi. Per la Fiorentina ho giocato con un tendine quasi rotto, facevo di tutto per giocare. Quell'anno li ho quasi salvati da solo con i miei gol".

ESTERO- "La Juve voleva mandarmi in Inghilterra, io trovai l'opzione Benfica insieme al mio procuratore. E' stata l'esperienza più bella che potevo immaginare. Sapevo di andare in una grandissima squadra, ma è stato davvero incredibile".

PALERMO- "Dovevo andare al Napoli, che poi prese Lavezzi. Io andai al Palermo e sono diventato un idolo. Ho battuto insieme ai miei compagni tanti record".

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