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CHAMPIONS LEAGUE

Manchester City-Inter, La Russa: “Mattarella nerazzurro? No, tifa solo Palermo”

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Le dichiarazioni rilasciate dal Presidente del Senato in vista della finale di Champions League tra Manchester City e Inter.
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"Mi hanno chiesto di stare nella fila delle autorità governative, ma vado vicino ai dirigenti dell’Inter: almeno posso esultare, se mai dovesse servire...". Scherza Ignazio La Russa, intervistato ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport" in vista della sfida Manchester City-Inter, in programma alle ore 21:00 all'Ataturk di Istanbul. Diversi i temi trattati dal Presidente del Senato, da sempre un grande tifoso nerazzurro: dalla finale di Champions League,in scena questa sera, alla fede calcistica del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ma non solo... "Se è vero che anche il presidente Mattarella in cuor suo è tifoso dell’Inter? Un falso mito, tifa solo Palermo. Recentemente ero invitato al Quirinale, ma ho mandato un vicepresidente: c’era la finale di Coppa Italia quel giorno!", le sue parole.

IL VIAGGIO VERSO ISTANBUL - "Siamo una squadra bipartisan. Una delle più accanite è l’ex capogruppo del Pd, Simona Malpezzi. L’aver eliminato il Milan toglie a tutti ansia di prestazione, ci rilassa: vogliamo con tutto il cuore la Coppa, ma se andasse male ci siamo risparmiati in partenza gli sfottò milanisti. Se l’Inter vince, mi presento in Senato e... Qualcosa la dico, una battuta che deve venirmi sul momento. Ma anche se perde: sono autoironico, lo sfottò deve esserci sempre".

SU INZAGHI -"Cosa insegna il percorso inatteso di questa Inter? L’importanza del non arrendersi e superare le difficoltà. Quando sono stato eletto presidente del Senato ho citato una frase di Pertini: 'Nella vita talvolta è necessario saper lottare non solo senza paura, ma anche senza speranza...'. Due mesi fa tutti immaginavamo che sarebbe stato il prossimo allenatore dell’Inter, invece Inzaghi ha lottato, ed eccoci tutti a Istanbul. Ho sempre detto che è uno dei migliori tattici, deve solo acquisire un po’ più di grinta. Non amo definire l’Inter pazza, piuttosto è... dipendente dagli stati d’animo. Abbiamo interrotto questa dipendenza solo con allenatori che con il carisma impedivano agli umori di determinare i risultati. Da Bersellini al Trap, da Conte a Mou è sempre stato così: Inzaghi è diverso, ma sta cambiando e gli ultimi mesi sono stati positivi. Come gestore di esseri umani ha una tecnica diversa: vuole tenere tutti sulla barca, mentre altri tenevano più fermo il bastone del comando".

DA ZENGA A LUKAKU -"Quali sono gli interisti della mia vita? Nella gioventù Horst Szymaniak, un tedesco comprato dal Catania. Poi ne dico due che sono diventati amici. Per primo Zenga: spero che prima o poi possa allenarci. E Materazzi, il preferito: mio figlio ha il 23 tatuato, noi siamo una famiglia di culto 'materazziano'. Oggi la sorpresa è Acerbi, una intuizione di Inzaghi che compensa l’errore Correa. Se potessi scegliere una persona con cui cenare, direi Onana. Uno che non leverei mai, invece, è Lukaku: siccome la finale non dura necessariamente 90’, ma può arrivare 120, per la prima volta capisco l’opzione Romelu da subentrato".

GUARDIOLA -"Se anche io subisco il fascino del Guardiola visionario? No, sarà pure bravissimo, ma non ho mai sognato lui come tecnico dell’Inter. Non so se sarebbe l’uomo giusto per allenare in una piazza come Milano. Zhang? Zhang? Ero diffidente: pensavo e penso sia un errore non aver mantenuto la presenza di Moratti. Ma a parte questo, devo dire che il ragazzo è appassionato, il suo interismo non è di facciata. Visto quello che succede altrove, la sua parsimonia forse è saggia. Certo, l’autofinanziamento non può continuare in eterno, ma ogni scelta è condizionata da ciò che accade in Cina".

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