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Giorgio Corona: “Sogno Giacomo ancora al Palermo. Dopo la doppietta alla Juventus…”

Palermo calcio
Giorgio Corona commenta con orgoglio la crescita del proprio figlio Giacomo in un'intervista esclusiva ai microfoni di Mediagol.it
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Intervista realizzata da Davide Raja

Giorgio Corona è stato un bomber di categoria che nel corso della propria carriera si è tolto parecchie soddisfazioni. Un attaccante vecchio stile che si è fatto amare in tutte le piazze che lo hanno accolto ma che non è riuscito a "coronare" il sogno di vestire la maglia della squadra della propria città. Solo una settimana in prova con i rosanero a metà degli anni Novanta, dopo l'exploit con il Cinisi, che però non bastò a convincere Ignazio Arcoleo, tecnico del Palermo di allora. Venticinque anni dopo, un "Corona" è riuscito ad esordire con la prima squadra del Palermo ma in questo caso si tratta del figlio di Giorgio, il classe 2004 Giacomo, lanciato in Serie C da Filippi.

La storia continua con il giovanissimo centravanti che, non riuscendo a ritagliarsi uno spazio in questo Palermo, ha continuato la propria maturazione calcistica prima a Torino ed oggi all'Empoli, con gli azzurri che possono esercitare il diritto di riscatto ed i rosa quello del contro-riscatto. Questo il pensiero di "Re Giorgio" sul figlio Giacomo nel corso di un’intervista concessa ai microfoni di Mediagol.it:

Tuo figlio Giacomo ha esordito in prima squadra con il Palermo ed è partito lontano dalla Sicilia per la propria evoluzione calcistica prima a Torino ed oggi ad Empoli. Come valuta il suo percorso fino ad ora?

"Sta facendo le sue esperienze. Si sta trovando bene ad Empoli, sta giocando e deve solamente dimostrare. Non ci sono giri di parole perché le parole se le porta via il vento e restano i fatti. Quando è andato al Torino ha sofferto un po’ perché ha giocato di meno ma fa parte della sua crescita. Adesso sta trovando continuità, ha la fiducia totale del mister e sta bene. Ricevo spesso i complimenti per mio figlio e mi fanno davvero piacere, poi lui è un ragazzo molto educato. È ancora di proprietà del Palermo, in futuro vedremo. Il mio sogno è quello di vederlo di nuovo con la maglia rosanero addosso".

Giacomo si è messo in luce con la doppietta ai coetanei della Juventus. Cosa gli hai detto dopo quella indimenticabile giornata?

"Gli ho detto che avrebbe potuto segnare anche alla prima partita contro l’Inter (ride ndr)! Visto che quelli contro i bianconeri sono stati i suoi primi gol con la Primavera dell’Empoli".

Centravanti d’area di rigore vecchio stampo eppure quest’estate Giacomo in amichevole contro il Bologna si è messo in mostra girandosi alle spalle di un difensore dall’out di destra per mettere al centro il pallone morbido per la rovesciata di Soleri a tempo scaduto.

"In quel periodo il Palermo era pieno di attaccanti e quindi Corini lo ha dovuto schierare un po’ più da esterno. Se l’è cavata perché comunque lui è bravo ad aiutarsi con il fisico. Sono tutte esperienze, bagagli che fanno crescere. Lui ha fatto il ritiro con il Palermo e questo lo ha aiutato nella propria crescita. Infatti ora ad Empoli sta trovando la sua continuità".

E passando all’aspetto tecnico, Giacomo è un centravanti classe 2004 che punta anche sui propri centimetri per prevalere sugli avversari. Un profilo come il suo potrebbe essere utile ai rosa ancora oggi.

"Io ho cercato di formarlo come uomo-squadra. Bisogna pensare al “noi” e non all’”io”. Diciamo che un profilo come il suo manca un po’ al Palermo. Io ho sempre pensato che per far crescere i giocatori siciliani bisogna mandarli fuori. È bello dire “sono palermitano e gioco nel Palermo”, però le società siciliane penso che a volte puntino più ai risultati che alla crescita dei propri talenti. Sai che brutto vedere in altre piazze, anche di assoluto prestigio, quando fanno giocare i classe 2006 o 2007 mentre noi no. Penso a Gavi del Barcellona che è un 2004 ma è da tre anni che è un titolare dei blaugrana, lasciando stare la sfortuna del recentissimo infortunio. Questo è un discorso che si può allargare non solo ai club siciliani ma anche a quelli della Serie A in generale".

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