Giacomo Tedesco-Mediagol: “Boscaglia, il modulo e i problemi del Palermo, vi dico la mia. Il caos Trapani e il derby con il Catania…”

"Da quest’anno non ho più la scuola calcio, perché ho dato spazio al Palermo nella mia struttura, che la mia carriera mi ha dato la possibilità di costruire. Un impianto polifunzionale, moderno e all’avanguardia. Vorrei dare a tanti bambini la mia esperienza, il mio vissuto sui campi di calcio fin da bambino. Cercando di migliorarli, nelle loro carenze, per cercare di affrontare ogni campionato che sia dilettantistico o professionistico, al massimo delle loro possibilità. È un progetto veramente bello questo INDIVIDUAL, che mi permette oltre a farlo in casa il sabato mattina, anche di girare la Sicilia.  Prima i grandi club attingevano spesso dal serbatoio di talenti siciliani che avevano carattere, grinta e qualità tecniche. Oggi è difficile che un ragazzo siciliano possa emergere, a meno che non lo faccia lontano da casa come D’Angelo o Rizzo e tanti altri, che militano in altre società, ma che magari farebbero comodo al Palermo. Per questo il mio progetto nasce, per cercare di trasmette loro, i valori che 25/30 anni fa ho messo in atto nelle scuole calcio e nel professionismo. Il mio carisma ho sempre cercato di metterlo a disposizione della squadra. Non sono mai stato capitano ufficialmente in campo perché non ci tenevo, però essere ben voluto come punto di riferimento e fungere da modello di ispirazione per tanti giovani che giocavano con me, come Barillà, Missiroli, a Reggio Calabria. Penso a Biondini e Rigoni, all'epoca erano molto giovani, ma vedevi  chiaramente che c’era della stoffa e “Giacomo” era sempre pronto ad appoggiarli e sostenerli, anche se non ero il capitano. La mia causa prioritaria era adoperarmi in campo e fuori per il bene della squadra, con la mia grinta, cercavo di trasmettere questi valori ai ragazzi. Senza mollare mai, perché le difficoltà all’inizio sono tante, però se ci credi, prima o poi arriva l’occasione. E bisogna sfruttarla bene".