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The Dream Team, la Top 11 All Time del Bologna: storici capitani ed artisti del gol nell’ideale 3-4-3 felsineo

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GIACOMO BULGARELLI

Impossibile escludere da questa speciale formazione il simbolo della società rossoblu, Giacomo Bulgarelli. Il centrocampista originario di Portonovo di Medicina, che disputò praticamente tutta la propria carriera con il club felsineo (490 presenze e 56 gol con il Bologna), oltre a mettere in bacheca uno Scudetto nel 1963/64, due Coppe Italia (1969/70 e 1973/74), una Coppa Mitropa (1961) ed una Coppa di Lega Italo-Inglese (1970) risultò tra i protagonisti decisivi del successo agli Europei del 1968 con la Nazionale italiana. Ricopriva il ruolo di mezzala destra, risultando spesso il fulcro delle manovre d'attacco della formazione emiliana: era dotato di grande personalità e carisma, capace di contribuire con efficacia sia all'impostazione della manovra che alla fase difensiva, coniugando doti tecniche ed atletiche in maniera egregia. Negli ultimi anni di attività, tormentato da frequenti infortuni al ginocchio, arretrò la propria posizione in campo andando a ricoprire il ruolo di libero.

Nei primi anni '80 decise di intraprendere la carriera di direttore sportivo: al Modena, alla Pistoiese, nel suo Bologna, a Catania ed anche nel Palermo.  Negli anni '90 iniziò a lavorare come commentatore televisivo per TMCMediasetRai (dove commentò con Bruno Pizzul le partite dell'Italia ai Mondiali del 2002). Insieme a Massimo Caputi fu anche commentatore della serie di videogiochi FIFA nelle stagioni dal 1998 al 2002, collaborando in seguito anche con La Gazzetta dello Sport. Affetto da tumore e ricoverato nella clinica Villa Nigrisoli di Bologna, vi morì il 12 febbraio del 2009. In occasione dei suoi funerali fu proclamato a Bologna il lutto cittadino, prima volta per uno sportivo. Le esequie  hanno visto la presenza di molte autorità sportive e politiche nonché di tantissimi tifosi rossoblu. La società felsinea decise di non ritirare la maglia numero 8, come era stato chiesto da più parti, ma di ricordare l'ex centrocampista con una borsa di studio annuale da destinare ad un calciatore del settore giovanile "che si distinguerà per sportività, correttezza e lealtà". Il Comune di Bologna e lo stesso club rossoblu hanno d'intesa modificato il nome della Curva Andrea Costa dello Stadio Renato Dall'Ara intitolandola proprio a Giacomo Bulgarelli.

 

GIANCARLO MAROCCHI

Solo due amori in carriera per Giancarlo Marocchi, il Bologna e la Juventus: l'ex centrocampista muove infatti i suoi primi passi nel club felsineo che lo preleva dalle giovanili dell'Imola, sua città di origine, e con il quale esordisce, non ancora diciassettenne, in Serie B nel campionato 1982/83. Dopo la retrocessione dei rossoblu in Serie C1 diventa titolare, riconquistando la promozione fra i cadetti e disputando altre quattro stagioni in terra emiliana, emergendo al contempo come uno dei punti di forza del centrocampo petroniano. Nel 1987/88 è tra i trascinatori della squadra verso una storica promozione in Serie A che mancava alla società bolognese da ben sei anni. In seguito (nella stagione 1988/89) passa alla Juventus per 4,5 miliardi di lire e con la maglia della Vecchia Signora diventa subito titolare senza saltare alcuna partita di quel campionato.

Nella sua seconda stagione passata a Torino (1989/90) conquista i suoi primi trofei grazie al double continentale composto da Coppa Italia e Coppa UEFA; a tali successi seguono un'altra Coppa UEFA nell'edizione 1992/93, il double nazionale formato dallo Scudetto (assente in casa bianconera da nove anni) e da una seconda Coppa Italia nell'annata 1994-1995 e, nell'ultima sua stagione in maglia juventina, la Champions League della stagione 1995/1996 (non prendendo tuttavia parte alla vittoriosa finale di Roma contro gli olandesi dell'Ajax). Tornato al Bologna nell'estate del 1996, disputa altri quattro campionati in maglia rossoblu, raggiungendo con la squadra emiliana la semifinale di Coppa UEFA 1998/99. Con i felsinei chiude definitivamente la propria carriera agonistica nel 2000, all'età di trentacinque anni. In diciotto stagioni da professionista ha disputato 500 partite condite da 33 reti: 287 con il Bologna (18 reti) e 213 con la Juventus (con 15 reti). Le presenze in Serie A sono in totale 329 (213 con la Juventus e 116 con il Bologna) con 20 gol messi a segno. Oggi svolge il ruolo di commentatore ed opinionista sportivo per Sky Sport.

Aug 1996:  A portrait of Giancarlo Marocchi of Bologna taken during the club photocall. Mandatory Credit: Allsport UK

Aug 1996: A portrait of Giancarlo Marocchi of Bologna taken during the club photocall. Mandatory Credit: Allsport UK

HELMUT HALLER

Considerato uno dei migliori centrocampisti della sua generazione, risultò pure uno degli elementi inamovibili nel centrocampo del Bologna (club in cui collezionò in totale 208 presenze e 58 reti) che si aggiudicò il celebre Scudetto del 1963/64. Passato alla Juventus nel 1968, mise in bacheca altri due Scudetti nel 1971/72 e nel 1972/73. Con la propria Nazionale d'appartenenza (la Germania Ovest) non riuscì invece ad andare oltre un secondo posto ai Mondiali del 1966 ed un terzo in quelli del 1970. In gioventù lavorò come camionista ad Augusta, ed esercitò la stessa attività anche durante i primi anni di calcio professionistico, con buona parte della sua carriera che si svolse in Italia. Di carattere estremamente estroverso, era definito un tedesco "atipico", poiché amante del divertimento e della vita notturna. Il 26 dicembre del 2006 ha sofferto di un serio attacco cardiaco che lo ha portato a contrarre la malattia di Alzheimer. Si è spento l'11 ottobre del 2012 all'età di 73 anni ed in suo onore la Nazionale tedesca ha giocato quell'anno una partita disputatasi a Dublino contro l'Irlanda con il lutto al braccio.

Helmut Haller giocava soprattutto come trequartista o ala e viene ricordato come uno dei migliori in quel ruolo negli anni 1960, nonché come uno dei più importanti giocatori che abbiano mai indossato la gloriosa maglia del Bologna. Notevoli erano anche le sue capacità di dribbling, finalizzazione e carisma: era particolarmente apprezzato per la propria fantasia e per gli assist spessissimo forniti ai compagni d'attacco. Giocò sulla trequarti per la maggior parte della sua carriera ma fu spostato a destra dall'allenatore Čestmír Vycpálek durante la militanza nella Juventus, andando formare un grande trio di centrocampisti offensivi con Franco Causio ed il mancino Antonello Cuccureddu.

 

MICHELE ANDREOLO

Miguel Ángel Andriolo Frodella, italianizzato in Michele Andreolo, è stato un allenatore e centromediano uruguaiano (naturalizzato italiano) Campione del Mondo nel 1938 con la Nazionale italiana e vincitore della Copa America con l'Uruguay nel 1935 (senza però essere mai stato schierato in campo dalla selezione Celeste). Nato a Carmelo il 6 settembre del 1912 e spentosi a Potenza il 14 maggio del 1981, può vantare senza ombra di dubbio un palmarès di tutto rispetto: oltre ai titoli sopracitati, infatti, si è aggiudicato con la maglia del Bologna (club in cui arrivò dopo l'esperienza in madrepatria al Nacional de Montevideo) ben 4 Scudetti (nelle stagioni 1935/36, 1936/37, 1938/39, 1940/41) ed un Torneo Internazionale dell'EXPO Universale di Parigi nel 1937, oltre che un campionato romano di guerra con la casacca della Lazio nel 1943/44 ed un torneo di Serie C con il Catania nel 1948/49. Ha inoltre vestito la maglia del Napoli per 3 stagioni dal 1945 al 1948 e quella del Forlì nella stagione 1949/1950, dove chiude la carriera da professionista per dedicarsi a quella di allenatore sulla panchina del Marsala prima e del Taranto poi. Ma è proprio con i felsinei che colleziona più successi e presenze: dal 1935 al 1943 sono in totale 195 condite da 24 gol.

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