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Palermo, il passato degli ultras rosanero e il sogno di una tifoseria unita. La signorina Tornabene…

La tifoseria del Palermo, oggi protagonista di scontri interni, un tempo era unita grazie alla mediazione di una donna: Annamaria Tornabene

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Tifosi di oggi, tifosi di ieri.

La rissa tra supporters del club del duo Mirri-Di Piazza avvenuta nel settore ospiti durante l'intervallo di Palmese-Palermo ha generato diverse polemiche. Una scena, ripresa in diretta dalle telecamere di Eleven Sports, che nessuno avrebbe mai voluto vedere. Tuttavia, purtroppo non si tratta di qualcosa di insolito: era già avvenuto, ad esempio, nel 2018 in occasione di una sfida contro la Salernitana. La lite del 'Lopresti', dunque, ha soltanto messo ancora una volta in luce le profonde spaccature, già note, all'interno della tifoseria.

Eppure, un tempo tutto ciò non sarebbe mai accaduto. Quarant'anni addietro, la realtà era ben diversa. Una donna infatti, come racconta l'edizione odierna del 'Giornale di Sicilia', era riuscita a coordinare un gran numero di gruppi, la cui passione comune erano i colori rosanero: "Annamaria Tornabene, una signorina non più giovanissima (è scomparsa un anno fa a 77 anni) che di mattina lavorava all'amministrazione dell'Ospedale Civico e nel pomeriggio si dedicava al suo primo grande amore, ovvero il Palermo. Nel 1981 Annamaria Tornabene, di concerto col presidente Gaspare Gambino, capì che le potenzialità del tifo rosanero erano enormi benché la squadra navigasse senza troppe ambizioni in Serie B. E favorì la nascita di un club quasi in ogni quartiere cittadino, fino a raggiungere la quota di tremila iscritti. Ogni nuova apertura era una festa a cui partecipavano i calciatori e l'intero quartiere".

Negli anni precedenti all'iniziativa della signorina Tornabene, qualsiasi tentativo di riunire la tifoseria si era rivelato un fallimento e lo scenario era rimasto frammentato. Il primo vero club - come si legge sul noto quotidiano - nacque nel 1977 per opera di Bruno Palumbo, un napoletano trapiantato a Palermo scomparso poche settimane fa. E in pochi anni il Club Pitrè si trovò in buona compagnia. Sorsero per iniziativa di Franco D'Arpa, Fofò Viviano e di altri appassionati i “Tupamaros della Guadagna”, le “Aquile di Resuttana”, i “Picciotti della Noce”, il “Filiciuzza” e perfino i “Picciotti di Milano”. Tutti questi diversi gruppi, ben ventidue in totale, riuscirono ad essere mediati dall'energica donna, che creò anche un centro di coordinamento del tifo. Un aiuto economico, in quegli anni, arrivò anche da parte del Palermo, che incentivò le trasferte e la creazione di coreografie.

Con il passare del tempo, però, il progetto di Annamaria Tornabene iniziò a svanire: "Fino a metà degli anni Novanta il centro di coordinamento funzionò, poi si sciolse. Molti club sparirono, altri andarono avanti autonomamente, facendo della curva nord la culla del tifo rosanero". Oggi, il sogno di una tifoseria nuovamente unita sembra irrealizzabile.